LA PERA

Buongiorno!
Oggi vediamo di conoscere meglio un altro frutto di stagione molto interessante perché DEPURATIVO, DIURETICO, NEMICO DELLA STITICHEZZA E DELLA PRESSIONE ALTA: proprietà nutrizionali: la pera!                   Pera

Al momento dell’acquisto, le pere devono avere buccia brillante, senza grinze o ammaccature. Non devono presentare tracce di muffa. Il picciolo deve essere verde e turgido, ben ancorato al frutto.
Devono avere un buon profumo aromatico.
Per riconoscere una pera matura occorre premere delicatamente nella zona vicino al picciolo. Se è leggermente morbida il frutto è pronto per essere mangiato.
Per quanto riguarda la conservazione, se le pere sono un po’ acerbe e devono maturare, conservarle a temperatura ambiente. Se sono già pronte è meglio invece conservarle in frigorifero nello scomparto della frutta e verdura.
Non conservare le pere assieme alle verdure, poiché producono etilene, un gas naturale, che è in grado di deteriorarle. Questo fenomeno può essere sfruttato però se occorre far maturare le pere velocemente.

Ne esistono numerose varietà, fra le quali ricordiamo:

  • William: dal sapore marcatamente zuccherino ed aroma moscato.
  • William rossa (Max Red Bartlett): anche questa molto zuccherina e profumata.
  • Conference: ha un sapore dolce e succoso, aromatico, leggermente acidulo.
  • Kaiser: leggermente granulosa, ha un sapore dolce-acidulo, aromatico.
  • Decana: dolce e molto profumata, leggermente acidula.
  • Abate: succosa, di gusto e profumo caratteristici.
  • Guyot: granulosa, succosa e zuccherina.
  • Coscia: il sapore è dolce e aromatico.
  • Santa Maria: Ha sapore molto zuccherino, è succosa ed aromatica.

Ma andiamo a conoscere le sue proprietà nutrizionali.

Le pere sono fonti eccellenti di fibre idrosolubili, fra cui la pectina: è una fibra che produce gel, che assorbe parte degli zuccheri ingeriti con le altre sostanze. Essa inoltre  aiuta la muscolatura intestinale, tonificandola, e spingendo i residui lungo l’intestino ed elimina le tossine intestinali, combattendo quindi la stitichezza e in questo modo sicuramente favorisce la perdita di peso.

Le pere sono frutti abbastanza sazianti perché, grazie al fruttosio, uno zucchero semplice in esse contenuto, mantengono la glicemia alta a lungo dopo il pranzo, ritardando così la sensazione di fame che tende a farsi sentire durante le ore di digiuno.

In più, la pera contiene acido citrico, ossia Vit. C (di cui ben conosciamo il potere antiossidante per l’organismo) e composti fenolici antiossidanti.

Inoltre la pera contiene anche dei minerali: tra questi, prevale il potassio (fondamentale per consentire lo scambio idro-salino a livello cellulare, la contrattilità dei muscoli, la regolazione della pressione arteriosa); mentre è molto più scarso il sodio (che noi identifichiamo con il sale); per questo motivo, le pere si prestano bene per le diete iposodiche. Il frutto iuta inoltre a combattere livelli alti di colesterolo.

La sua composizione la rende uno dei frutti più adatti all’alimentazione dei bambini, fin dallo svezzamento, anche perchè molto digeribile.

E in più apporta pochissime calorie: 35 Kcal per 100 g di prodotto.

**  RICETTE **

Oltre a mangiarla fresca, la pera viene utilizzata come ingrediente per dolci, macedonie e pietanze oppure si gusta al naturale, accompagnata a formaggi. Questo può essere un modo per ingolosire anche i bambini dai palati più difficili.

Inoltre, può essere consumata cruda o cotta e questo la rende molto versatile anche nelle ricette.

Io vi propongo la preparazione della torta alle pere. Quella morbida. E’ semplice, economica, occorrono solo 25 minuti.

Ingredienti per 8 porzioni                     

  • 4 Pere
  • 2 Uova
  • 100 g Zucchero
  • 150 g Farina
  • 1/2 bustina Lievito in polvere per dolci
  • 1 Limone
  • 1 bustina Vanillina
  • 100 ml Latte
  • Zucchero a velo (per decorare)

Torta alle pere        Procedimento

Lavate il limone, asciugatelo e grattugiatene la scorza. Spremetene anche il succo.

Pelate le pere, eliminate il torsolo e tagliatele a fettine sottili, raccogliendole in una ciotola.

Irroratele con il succo del limone e tenetele da parte.

Sbattete le uova con lo zucchero.

Aggiungete il latte, la scorza grattugiata del limone, farina, vanillina e lievito setacciati.

Quando avrete un composto omogeneo unite le fettine di pere sgocciolate.

Imburrate e infarinate una tortiera da 24 cm di diametro e versatevi il composto preparato, livellandolo.

Infornate in forno caldo a 180°, per trenta, trentacinque minuti.

Sfornate, lasciate raffreddare, quindi servite la vostra torta di pere morbida decorandola di zucchero a velo a piacere.

Suggerimento goloso: si può aggiungere, servendola nel piatto, qualche palina di gelato al cioccolato!!


L’amicizia verso se stessi è di fondamentale importanza, perché senza di essa non si può essere amici di nessun altro.
(Eleanor Roosevelt)

 

IL SEDANO

Buongiorno!

Oggi parliamo di sedano: drenante, calmante, rimineralizzante, curativo per i bronchi, curativo della costipazione intestinale!!!
Una verdura, un ortaggio, fondamentale nei nostri preparati in cucina e anche utilizzata singolarmente, poco conosciuto, ma dalle proprietà nutrizionali interessanti: il sedano!                                               Sedano

Il sedano è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Ombrellifere, di cui si mangiano il fusto e le foglie. Si può consumare sia crudo, sia cotto.
Si presenta in due principali varietà:

Originario dei paesi mediterranei era ritenuto sin dall’antichità (nell’antica Grecia) una pianta medicinale; oggi è utilizzato in cucina per le proprietà aromatiche ed è usato in tutto il mondo ed è disponibile tutto l’anno.

Esistono due varietà principali di sedano:

  • verde: adatto per il brodo, le salse e i bolliti;
  • bianco: ottimo a crudo.

Al momento dell’acquisto, il sedano deve avere forma compatta, essere pesante rispetto al proprio volume, essere sodo al tatto, consistente e carnoso.                       Per la conservazione, va riposto in frigorifero nello scomparto della frutta e verdura. È un ortaggio resistente che si mantiene 6-7 giorni. Va pulito eliminando le coste più esterne se troppo coriacee e togliendo i filamenti con un coltellino partendo dalla base.

Dicevamo che è un ortaggio ricco di proprietà nutritive. Andiamo a vedere quali.

Innanzitutto si tratta di un ortaggio estremamente ricco di acqua, ragion per cui consente al corpo di reidratarsi (particolarmente indicato, quindi , per gli sportivi e gli anziani) e in secondo luogo svolge un’azione diuretica e drenante sull’organismo e, specialmente se assunto in tisana, aiuta a depurare reni e fegato. Se a ciò aggiungiamo che ha pochissime calorie (20 Kcal per 100 g di prodotto), e lo stesso si può dire dei grassi e delle proteine,  è evidente che può essere consumato in abbondanza anche da chi vuole stare attento alla linea e anzi è uno degli alimenti più apprezzati anche nelle diete disintossicanti.

Poi, il sedano contiene molte vitamine, in particolare la vitamina B ma anche A e C e K, (se mangiato crudo; se lo si cuoce  – come nei soffritti – perde gran parte delle vitamine), nonché  minerali quali sodio, potassio, calcio e fosforo.  Per via della presenza di questi nutrienti, il sedano ha un’azione rimineralizzante per l’organismo. E’ inoltre ricco di fibre – utili contro la stitichezza – e L’azione digestiva – grazie ad alcune molecole in esso contenute (la sedanina, sostanza stimolante, che potenzia l’assorbimento del gas intestinale) ha la capacità di aiutare la digestione (protegge la mucosa gastrica e diminuisce la produzione di acidi gastrici, con notevole beneficio in caso di gastrite e ulcere)e di ridurre il gonfiore intestinale. E’ infatti considerato uno dei più vigorosi tonici intestinali, molto efficace contro il meteorismo e la costipazione.

Ancora, la presenza di ormoni steroidi delta-16 al suo interno sembra sia la ragione per cui il sedano stimoli l’attività delle ghiandole sessuali.                                                                 Ha anche la proprietà di ridurre la pressione arteriosa e il colesterolo, stimola il sistema immunitario, aiuta a contrastare i reumatismi e l’insufficienza epatica, ha un effetto calmante e rilassante, è una fonte di calcio per le nostre ossa. Recenti ricerche gli conferiscono anche proprietà anticancerogene.

Il sedano è rinomato anche per la sua proprietà di contrastare efficacemente il catarro e le bronchiti, specialmente se unito a miele, cannella e zenzero.

Nonostante sia un alimento molto sano, il sedano ha qualche controindicazione che è bene conoscere. Innanzitutto è necessario prestare attenzione a possibili reazioni allergiche, soprattutto se vi è già un’allergia alla betulla (in questo caso di parla di allergie crociate). Inoltre, per via dell’alto contenuto di potassio, è bene limitarne il consumo in caso di insufficienza renale cronica. Per chi ha problemi digestivi poi, si consiglia di consumare sedano principalmente cotto o assumerne i semi in tisana. Nel caso in cui si assumano farmaci anticoagulanti, è consigliata moderazione nel consumo di sedano.

Curiosità: i semi di sedano hanno effetti simili ai semi di finocchio: facilitano la digestione e l’eliminazione dei gas. Con i semi di sedano si può preparare un infuso rilassante e antistress.

** RICETTE  **

Il sedano è’ una verdura che si presta a molti tipi di contorni, che si abbina molto bene a pesce, formaggi, legumi e cereali,  ma se vogliamo beneficiare delle sue proprietà digestive, sarebbe consigliabile mangiare sedano crudo prima dei pasti; tuttavia il sedano si può consumare anche cotto. In questo caso vi consigliamo una cottura al vapore o in padella di pochi minuti.                                                                                                            Il sedano crudo si può mangiare prima dei pasti, in insalate o in pinzimonio.                       In estate sono ottimi anche i centrifugati al sedano, dissetanti e depurativi.

Dal momento che il sedano è utilizzato in tantissime ricette, dalla caponata siciliana alle minestre, dalle zuppe di legumi alle insalate, non presenterò una ricetta specifica, ma il suggerimento di preparare un pinzimonio di verdure, molte già conosciuto in precedenti articoli e le cui proprietà nutrizionali ci sono, dunque, ormai note.

Il pinzimonio di verdure è un antipasto (o contorno) leggero, fresco e molto salutare che consiste in un misto di verdure crude tagliate a bastoncini o pezzetti da intingere in un condimento (il pinzimonio, appunto) fatto con olio e sale al quale si può aggiungere pepe, del succo di limone o dell’aceto; il condimento viene sbattuto con una forchetta in modo da formare un’emulsione, mentre le verdure sono adagiate in piccoli bicchierini, ma nulla vi impedisce di riporlo in un’unica insalatiera o, per una versione più elegante, su di un’alzata.

INGREDIENTI:

  • Sedano
  • Carote
  • Finocchi
  • Peperone giallo
  • Peperone rosso
  • Radicchio
  • Ravanelli
  • Olio extravergine di oliva
  • Succo di limone
  • Pepe nero
  • Sale

Preparazione.                                                             Pinzimonio di verdure

Scegliete due gambi di sedano teneri (quelli interni al fascio di sedano) togliete loro le foglie poste sulle estremità, eliminate gli eventuali filamenti Tagliate i gambi in due parti di eguale lunghezza e poi ricavate dei bastoncini tagliando i pezzi ottenuti per il verso della lunghezza.

Prendete il finocchio, eliminate le estremità con le foglioline e poi anche quella opposta; eliminate le foglie carnose esterne più coriacee e poi tagliate il finocchio in quattro parti uguali che ridurrete ancora a metà.

Prendete i  mezzi peperoni, eliminate i filamenti e le parti bianche interne, spuntate le estremità per renderle regolari, quindi tagliate i peperoni in listerelle. Eliminate le foglie dei ravanelli tagliandole alla base degli stessi e lavate questi ultimi sotto l’acqua corrente.

Sbucciate le carote, spuntatele e tagliatele in fette parallele che poi dividerete in bastoncini. Togliete le foglie esterne rovinate del radicchio e mantenete quelle fresche e integre staccandole dalla sua base. Dividete le verdure tagliate in piccoli bicchierini e preparate ciotoline contenenti dell’olio extravergine d’oliva di ottima qualità. Disponete al centro della tavola gli ulteriori condimenti che serviranno per arricchire il pinzimonio e lasciate che ogni commensale se lo prepari rispettando i propri gusti. Per preparare il pinzimonio basterà mescolare insieme in un recipiente olio, limone, sale e pepe e battere energicamente con una forchetta per emulsionare il tutto. Servite i vostri bastoncini di verdure accompagnando con l’intingolo.

Il condimento inoltre, può essere arricchito secondo i gusti personali con limone, aceto, pepe, senape, erbe aromatiche (timo, basilico, erba cipollina, prezzemolo, ecc…), peperoncino, yogurt, ecc…

A seconda della stagionalità, potete aggiungere alle suddette verdure cuori di carciofi, pomodori insalatari, foglie di indivia belga, cetrioli, avocado, cipollotti freschi o cipolle rosse di Tropea, foglie piccole e tenere di lattuga (o altra insalata), ecc…


* Mens sana…….. anzi sanissima!! *        

Per unire al piacere di star bene con il corpo, anche il benessere della mente.

Il libro che desidero consigliarvi questa settimana, e ve lo consiglio vivamente, è                 “Non aspettare la notte” della splendida Valentina D’Urbano.
Una storia dura, vera, di persone altrettanto vere, altrettanto dure; di sofferenza profonda, di amore immenso, senza sdolcinatezze né mielosità, di amicizia vera.
Meraviglioso!!! Non aspettare la notte

I MANDARINI

Buongiorno!                                                                                                                              Oggi andiamo a conoscere meglio un frutto goloso e tanto, tanto utilizzato: il mandarino!

Mandarini

Il mandarino è un agrume di piccola grandezza, tondeggiante, di colore arancione con

buccia butterata. Come tutti gli agrumi è composto da spicchi, di colore arancione. Ha sapore dolce, succoso, molto dissetante.
Le origini del mandarino non sono chiare, ma di certo l’albero da frutto proviene da zone tropicali asiatiche. Quando è stato importato in Europa, nel XIX secolo, si pensava fosse un frutto della Cina e poiché gli alti funzionari burocratico-militari dell’Impero cinese dell’epoca erano chiamati i “mandarini”, sembrò giusto dare lo stesso nome a questi nuovi

frutti altrettanto nobili ed altrettanto… pallidi in confronto delle arance loro sorelle. L’appellativo scherzoso ed irriverente non tardò a diventare la denominazione ufficiale.

Le due varietà di mandarini maggiormente consumate dagli italiani sono l’avana e il tardivo di Ciaculli. Diversi sono gli ibridi creati tra le specie di mandarino e arancio, per esempio i tangerini e le clementine. Il mapo, poi, è il prodotto dell’innesto del tangerino nell’albero di pompelmo duncun.

Le sue proprietà benefiche per il corpo e per la mente sono innumerevoli, per questo vale la pena di consumarlo con regolarità.
Del frutto non si butta nulla: la sua buccia infatti è piena di limonene (principio

antiossidante, che quindi  combatte i radicali liberi e contrasta l’invecchiamento delle cellule) che ha la caratteristica di ritardare l’invecchiamento della pelle e sempre dalla buccia si estrae un olio essenziale in grado di calmare l’ansia e combattere insonnia e ritenzione idrica. Molto ricco di vitamina C che, lo ricordiamo, è utile per prevenire il raffreddore e proteggere mucose e capillari, ed essenziale per mantenere reattivo e vigile il cervello.                                                                                      Ricordiamo inoltre, che il fabbisogno giornaliero medio di vitamina C sia di circa 45 mg, un po’ più alto per gli uomini, e per le donne in gravidanza o che allattano. Questa quantità la si può trovare tranquillamente in un’arancia, due mandarini, mezzo pompelmo o mezzo ananas, mezzo bicchiere di spremuta d’arancia o di limone. È bene ricordare che questa preziosa vitamina è molto “delicata”, viene distrutta dal calore, dalla luce, dal lavaggio troppo prolungato e si perde rapidamente se la frutta viene lasciata all’aria tagliata a pezzi o spremuta.

Ancora, il mandarino contiene la vitamina P (utile per combattere la ritenzione idrica e favorisce la diuresi); inoltre il mandarino è anche ricco di fibre (risulta particolarmente indicato, quindi,  per il benessere dell’intestino e per contrastare la stitichezza) e carotene e possiede anche molte vitamine del gruppo B e vitamina A, oltre ad una consistente percentuale di ferro, magnesio, calcio (per la struttura delle ossa) e acido folico (importante per le donne in gravidanza), e ancora bromo (che si rivela un ottimo sedativo per il sistema nervoso, e  favorisce il rilassamento ed aiuta a conciliare il sonno).                                                                                                              A differenza di altri agrumi, i semi del mandarino, anche se masticati, non solo non fanno male ma apportano vitamine.

Questa varietà di sostanze lo rende molto efficace non soltanto un frutto dissetante, ma

un alleato anche per previene i tumori al fegato, come mostrato da uno studio condotto da ricercatori giapponesi del National Institute of Fruit Tree Science. Inoltre tale combinazione stimola il metabolismo degli ormoni tiroidei ed attenua i dolori articolari. I ricercatori australiani sostengono, inoltre, che il consumo di arance e mandarini ridurrebbe del 50% le probabilità di cancro del tratto digestivo e del 20% di ictus.

L’alta concentrazione di zuccheri, rende il frutto abbastanza calorico, 72 kcal in 100 grammi; proprio per quest’abbondante quantità di saccarosio e calorie si consiglia di consumare solo due mandarini a pasto.

Come sceglierlo. Al momento dell’acquisto, il mandarino deve essere piuttosto pesante

rispetto al proprio volume, lucido, con la buccia tesa e molto aderente alla polpa.

Va conservato a temperatura ambiente, in un luogo fresco e asciutto, i mandarini si mantengono 1 settimana circa.

Curiosità: l’olio di mandarino (biologico al 100%) è quindi molto efficace per i massaggi corporei; a fine trattamento viene completamente riassorbito lasciando la pelle vellutata ed idratata.

**  RICETTE **

Con la scorza del mandarino si possono fare degli ottimi infusi e può essere aggiunta

anche nel tè. Ma se proprio vogliamo divertirci un po’, vi spiego come realizzare il liquore al mandarino.

Dosi per 2 bottiglie:                      Liquore al mandarino

  • 10 mandarini
  • 500 ml di alcool
  • 500 ml di acqua
  • 500 gr. di zucchero

Procedimento. Dopo aver lavato accuratamente i mandarini, asciugateli per bene quindi pelate a vivo le bucce stando attenti a non ritagliare anche la parte bianca della buccia che

risulterebbe amarostica.
Mettete le bucce in una ciotola, quindi aggiungete l’alcol. Coprite la ciotola con una pellicola facendo in modo che non passi aria e fate riposare per 1 settimana in luogo fresco e buio. Trascorso il tempo stabilito, preparate uno sciroppo sciogliendo zucchero ed acqua sul fuoco. Rigirate di tanto in tanto e fate raggiungere l’ebollizione. Fate cuocere quindi per qualche minuto ancora.
Spegnete la fiamma e lasciate raffreddare completamente lo sciroppo ottenuto. Una volta freddo, trasferite lo sciroppo nella ciotola con le bucce di mandarino e l’ alcol. Mescolate il tutto, quindi filtrate per rimuovere le bucce. Imbottigliate il vostro liquore al mandarino e consumatelo dopo almeno 1 mese.


L’amico che ti tiene la mano e ti dice la cosa sbagliata è sicuramente più caro di quello che se ne sta lontano.
(Barbara Kingsolver)

LE LENTICCHIE

Buongiorno!
Oggi parliamo di un alimento che durante le festività di fine anno ha trionfato su tutte le mense come gustoso e bene augurante contorno: le lenticchie

Lenticche

La lenticchia (lens esculenta) fu uno dei primi alimenti coltivati e consumati dall’uomo: se ne sono trovate tracce in Turchia in scavi risalenti al 5.500 a.C. ed anche in tombe Egizie del 2.500 a.C.                                     La migliore testimonianza della considerazione in cui era tenuto questo cibo nell’antichità è rappresentata dall’episodio biblico secondo il quale Esaù cedette al fratello Giacobbe il diritto di primogenitura proprio per un piatto di saporite

lenticchie.                                                                                                                              La lenticchia ebbe larga diffusione nei Paesi dell’Asia Minore, per poi diffondersi in Europa. Esistono varietà a semi più grandi (6-9 mm), gialli o verdi, coltivate soprattutto negli Stati Uniti e nell’America del Sud, e varietà a semi più piccoli (2-6 mm), arancioni, rossi o marroni, coltivate nel bacino del Mediterraneo, nel Medio Oriente e in India.

Le lenticchie sono disponibili tutto l’anno e sono venduti sciolti, oppure in buste trasparenti o inscatolati, si possono trovare sia freschi che essiccati.

Quando li si compra o li si prepara è utile controllare che i semi non siano stati danneggiati o attaccati da insetti. E’ bene conservare i legumi in un luogo fresco e asciutto.

La quantità di amido presente nei legumi è simile a quella del pane e ciò li rende un alimento energetico.

La percentuale di proteine in essi contenutenè molto alta (25%): sono ricchi di lisina, l’amminoacido che è assente nei cereali. Freschi, ma soprattutto secchi, i legumi sono ottime fonti di proteine: quelli secchi ne contengono infatti una quantità all’incirca pari, o anche superiore a quella della carne (anche se la qualità è inferiore) e doppia rispetto a

quella dei cereali. Da tutto ciò deriva che l’associazione di cereali o loro derivati (pane, pasta, riso, ecc.) con i legumi è molto razionale, in quanto i due patrimoni proteici, entrambi incompleti, si integrano e si riequilibrano vicendevolmente, fino a mettere a disposizione dell’organismo, una miscela proteica il cui valore biologico è paragonabile a quello delle proteine animali. E’ quanto avviene in tanti piatti tradizionali della cucina mediterranea, quali pasta con fagioli e pasta con ceci, nonché nel riso con piselli, ecc..      Una preparazione come la pasta e fagioli, rappresenta infatti il piatto unico ideale, il cui valore nutrizionale è equivalente a quello della carne.

Le lenticchie sono anche molto ricche di tiamina, utile per migliorare i processi di memorizzazione, mentre il contenuto consistente di vitamina PP fa sì che esse abbiano anche la proprietà di fungere da potente equilibratore del sistema nervoso, con azione antidepressiva e antipsicotica.
I legumi sono inoltre ricchi di fibre, apportano dunque gli stessi effetti benefici della crusca, e contengono elevate quantità di minerali e vitamine resistenti al calore, che non vengono quindi distrutte dalla cottura. Principalmente allo stato secco, contengono una discreta quantità di fosforo ed anche (sebbene parzialmente non del tutto disponibile per

l’assorbimento) di calcio e soprattutto di ferro, il che le rende molto indicate per tutti coloro che necessitano di ferro, mentre sono assolutamente controindicate nei soggetti iperuricemici.

Per quanto riguarda le vitamine, i legumi apportano quantità apprezzabili di alcune

vitamine del gruppo B (B1, B2 e niacina), e, nei legumi freschi, anche di vitamina C.        Il loro consumo è quindi altamente consigliato soprattutto in virtù delle loro proprietà antiossidanti che agiscono positivamente sugli inquinanti a cui tutti siamo soggetti.

Rappresentano dunque un ottima alternativa proteica nella dieta settimanale, al posto della carne o del pesce. Sono anche poveri in grassi (2-4%), il che li rende consigliabili per le

diete ipolipidiche (inoltre tali grassi sono in genere ricchi di acidi grassi polinsaturi, il che le rende molto indicate nella prevenzione dell’arteriosclerosi) e con un buon potere energetico per il loro contenuto in carboidrati complessi e fa di questi alimenti una ottima fonte di energia.

Unico problema: tutti i legumi hanno un elevato contenuto di fibra (sia di quella «insolubile», soprattutto cellulosa, localizzata prevalentemente nella buccia esterna, capace di regolare le funzioni intestinali, sia di quella «solubile» o «formante gel», capace di collaborare al controllo dei livelli di glucosio e di colesterolo nel sangue) che viene attaccata e fermentata dalla flora batterica, con la produzione di gas intestinali (flatulenza). Sono quindi controindicati a chi soffre di colite o di meteorismo. E’, però, proprio la grande quantità di fibre le rendono molto importanti e utili per il funzionamento dell’apparato

intestinale e per tenere sotto controllo il livello del colesterolo.                                           Nei bambini la cellulosa presente nella buccia esterna dei legumi può provocare, durante lo svezzamento, meteorismo e diarrea: l’inconveniente può essere superato preparando passati o purè, che rendono possibile la somministrazione dei legumi ai neonati a partire dal 5¡-6¡ mese di vita.

Esiste poi un fenomeno particolare di intolleranza ai legumi, detto «favismo»: si tratta di una malattia ereditaria provocata dalla mancanza di un enzima specifico capace di neutralizzare gli effetti nocivi di certe sostanze tossiche presenti nelle fave. Il consumo di fave provoca nei soggetti affetti da questa malattia delle crisi emolitiche (rottura dei globuli rossi del sangue). Il favismo è diffuso in particolari aree geografiche, e, nel nostro Paese,

soprattutto in Sardegna.

Curiosità: uno dei principali inconvenienti presentati dai legumi è il lungo tempo di cottura richiesto. Esso può però essere abbreviato lasciando prima della cottura i legumi in ammollo nell’acqua per 6-8 ore,  oppure aggiungendo all’acqua di cottura del bicarbonato. Queste pratiche tradizionali favoriscono l’ammorbidimento dei semi ed hanno un buon successo. Attualmente l’inconveniente dei lunghi tempi di cottura può essere superato ricorrendo alle pentole a pressione, oppure ai legumi precotti o a quelli inscatolati, più costosi di quelli sfusi ma più pratici all’uso. Le lenticchie vanno cotte per 45-50 minuti.

Durante la cottura bisogna evitare di aggiungere sale o sostanze acide (come limone o

aceto) prima che i legumi siano quasi cotti: questi ingredienti possono infatti ostacolare l’intenerimento delle bucce.

Dunque, che le gustiamo sotto forma di zuppe o in umido o come contorno, l’importante è farne il pieno!

                                                                             ** RICETTA **

La zuppa di lenticchie al profumo di cumino e limone

Ingredienti per 4 persone

  • Inizio modulo1 cucchiaino di cumino in semi
  • 5 cucchiai di olio di oliva extravergine
  • 50 grammi di prosciutto crudo
  • 1 cipolla
  • 400 grammi di lenticchie
  • 1 foglia di alloro
  • 5 litri di brodo vegetale
  • 1 carota
  • 1 limone
  • pepe nero
  • sale
  • 1 sedano (gambo)Fine modulo

 zUPPA LENTICCHIE AL PROFUMO DI LIMONE E CUMINO

Preparazione

1) Lava e raschia la carota; lava il sedano e pulisci la cipolla.

2) Ricava dal limone 2/3 di scorza gialla, poi passa al mixer le verdure insieme con la scorza del limone.

3) Trita grossolanamente il prosciutto.

4) Trasferisci il tutto in una casseruola, preferibilmente di coccio, unisci 3 cucchiai di olio, la foglia d’alloro e i semi di cumino e lascia soffriggere dolcemente finché le verdure risulteranno dorate e morbide.

5) Intanto lava le lenticchie, falle sgocciolare e uniscile al soffritto.

6) Copri con il brodo caldo, metti il coperchio e cuoci a fiamma moderata per circa un’ora; mescola di tanto in tanto e, se occorre, aggiungi altro brodo caldo. Regola di sale a fine

cottura.

7) Fuori dal fuoco, profuma la zuppa di lenticchie con qualche goccia di succo di limone, condisci con il resto dell’olio crudo e una macinata di pepe e servila ben calda.

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Chi guarda un vero amico, in realtà, è come se si guardasse in uno specchio.
(Marco Tullio Cicerone)

 

 

IL NASELLO

Oggi andiamo a conoscere un altro pesce: IL NASELLO!!                                                Nasello  Per riconoscere un nasello fresco è sufficiente osservare le scaglie: le scaglie del nasello fresco, infatti, sono argentate e gli occhi devono apparire vivi e luminosi. Il nasello fresco di pesca presenta delle carni piuttosto sode e molto magre. In natura può arrivare fino a 140 cm e pesare 15 kg. Ha un corpo allungato, testa grande e una bocca larga e nera riempita con grandi denti taglienti (disposti su due o tre file).

Molto spesso il nasello viene confuso con il merluzzo; in effetti i due pesci sono piuttosto similari per forma, specifiche nutrizionali e a livello culinario.  Le razze, però, sono simili ma non uguali.  Il nasello è diffuso sia nelle acque del Mediterraneo sia nell’Atlantico settentrionale, invece il merluzzo abita le acque più fredde nord-europee e dell’America del Nord.

Il nasello ha una carne bianca, abbastanza magra, molto digeribile ma allo stesso tempo piuttosto nutriente. L’alta digeribilità dello stesso lo rende adatto insieme ad altri alimenti di base anche allo svezzamento dei neonati. È un alimento ottimo sin dall’infanzia (è consigliabile inserire gradualmente il nasello dagli 8 mesi), fino alla tarda età, poiché il nasello apporta benefici anche agli anziani. La facilità di masticazione consente a tutti di cibarsi di questo pesce.

Vediamo quali sono le sue proprietà nutrizionali.

E’ una carne ricca di aminoacidi di alto valore biologico, che la rende perfetta anche per gli sportivi, ma scarsa in carboidrati, colesterolo e lipidi (grassi).

Il nasello ha un alto contenuto proteico ma pochissimi grassi. Fra i minerali, contiene il potassio, il fosforo, il cloro; tra le vitamine, la A, C ed E, vi è anche un discreta quantità di niacina (Vit. B3, fondamentale per la respirazione delle cellule, favorisce la circolazione sanguigna, funge da protettivo per la pelle, ed è utilissima nel processo di digestione degli alimenti). Inoltre, serve come n’ottima fonte di vitamina B12. Molto importante è la quantità di acidi grassi essenziali, gli omega-3, sostanze di grande aiuto nella lotta ai problemi cardiaci e di circolazione. Il buon contenuto di iodio preserva la tiroide dallo sviluppo di problemi caratteristici della ghiandola.

Tutto ciò a fronte di un basso apporto calorico: 100 grammi di nasello apportano 71 kcal circa. E’ un pesce che si presta, quindi, anche ad una dieta equilibrata, anche dimagrante, offrendo un’alternativa gustosa e bilanciata.

Possiamo preparalo in molteplici modi diversi come passato al mixer per preparare degli squisiti fagottini oppure creare hamburger e polpette. Potrebbe essere anche preparato al cartoccio con olive e pomodorini e qualche aroma, in padella o con capperi, pomodorini e pan grattato oppure, se si vuole rimanere leggeri, semplicemente cotto al vapore e condito con sale, olio, limone e prezzemolo o in padella con aglio e prezzemolo.

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«I libri seri non istruiscono, interrogano.» Nicolás Gómez Dávila

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* Mens sana…….. anzi sanissima!! *        

Per unire al piacere di star bene con il corpo, anche il benessere della mente.

Il libro che vi consiglio è “Narciso e Boccadoro”, di Herman Hesse.Narciso e Boccadoro

Un romanzo meraviglioso, la storia splendida e profondamente toccante di due amici: Narciso, monaco riservato e intimista, Boccadoro dissoluto e amante della vita e dei piaceri; apparentemente solo quest’ultimo è, dei due, colui che va in cerca del vero senso della vita, che la cerca nelle donne, nelle conquiste, ma soprattutto nell’arte, creazione che nelle sue mani genera magia e testimonia, sempre, l’immensa, a lui mancante e sacra figura materna, che confonde il divino con l’umano, per scoprire alla fine che l’amato Narciso, solitario e profondo, non ha faticato meno a trovare il suo senso, entrambi amorevolmente gelosi l’uno del percorso dell’altro, ciascuno profondamente innamorato dell’altro.

Bellissimo, profondamente toccante.

 

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LE CAROTE

Buongiorno  e buon anno!!!

A Gennaio cominciamo con un ortaggio largamente utilizzato in tavola: la CAROTA!Carote

Il nome scientifico della carota è Daucus carota ed è una pianta erbacea originaria delle zone temperate europee. Le carote appartengono alla famiglia delle Ombrellifere, così chiamate perché formano delle infiorescenze a forma di ombrello. A questa famiglia appartengono anche i finocchi, il prezzemolo, il sedano, il cumino e l’aneto.

In epoca antica le carote venivano usate come foraggio per animali e non godevano di buona fama, tanto che il termine “carote” veniva usato per indicare notizie false e menzognere.

Quando pensiamo alle carote ci viene in mente la più comune varietà di colore arancione ma in realtà ne esistono di diversi colori, ad esempio bianco, viola, rosso e giallo.                                                                                                                                          Le prime carote coltivate nell’antico Egitto ed in Iran, Afghanistan e Pakistan erano carote viola. Solo in seguito, nel 1700 in Olanda, furono selezionate le carote arancioni. Attualmente la varietà di carota viola è stata recuperata ed è ritenuta molto pregiata per le sue caratteristiche nutrizionali, anche migliori rispetto a quelle della più comune carota arancione.

Ma andiamo a vedere quali sono le sue proprietà nutrizionali.                                             Le carote sono ortaggi ricchi di betacarotene, un pigmento vegetale che non a caso prende il suo nome proprio da questo ortaggio, da cui è stato isolato per la prima volta. Il beta carotene è un composto antiossidante che contrasta la produzione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare. Inoltre nell’organismo esso viene convertito in vitamina A, indispensabile per molte funzioni biologiche quali, ad esempio, la funzione visiva (alcuni studi hanno dimostrato che non soltanto il betacarotene protegge la cornea, ma che potrebbe avere un ruolo nella prevenzione della degenerazione maculare, una importante patologia che colpisce la retina), il differenziamento cellulare durante lo sviluppo embrionale, la funzionalità ovarica e testicolare, lo sviluppo delle ossa. Il betacarotene, inoltre, non solo favorisce l’abbronzatura, ma ha un effetto fotoprotettivo sulla pelle.
Sono salutari per l’apparato cardiovascolare: i numerosi composti antiossidanti presenti nelle carote (non solo il beta carotene ma anche i carotenoidi, gli acidi idrossicinnamici, le antocianidine), proteggono le arterie dai danni ossidativi grazie al loro effetto sinergico. Studi scientifici hanno infatti dimostrato che questi benefici delle carote derivano dalla presenza contemporanea dei vari antiossidanti piuttosto che dal singolo composto.

Che le mangiate cotte o crude è lo stesso, perché la cottura non pregiudica l’utilità dei caroteni, in quanto sono resistenti al calore. Anzi, dal momento che la maggior parte del carotene si trova nella fibra, preparandole con una breve cottura si libera il betacarotene dalle cellule fibrose.

Sono anche una buona fonte di flavonoidi, pigmenti antiossidanti che agiscono positivamente sul sistema cardiovascolare.

Ancora, sono ricche di vitamine e sali minerali: una fonte eccellente di vitamina K, vitamina B6, biotina, vitamina C, ma anche di sali minerali come potassio, rame e manganese.

Le carote non solo non hanno controindicazioni (è vero che un eccesso di consumo potrebbe provocare un accumulo di carotene nella pelle, conferendole un colore giallognolo, ma è un effetto assolutamente reversibile; per cui la quantità massima di carote consigliata è di circa 500 g al giorno), ma sono molto indicate nell’alimentazione infantile fin dallo svezzamento, perché contribuiscono all’assorbimento dei liquidi a livello intestinale.

Tutto ciò a fronte di sole 41 kcal per 100 gr., ragion per cui, ulteriore beneficio di tale ortaggio è quello di poter essere consumato anche da chi segue un regime dietetico ipocalorico; grazie anche all’elevato contenuto di fibre (2,8 g in 100 g), infatti, determinano un senso di sazietà che spesso ci allontana dal consumo di ulteriori alimenti. E non trascuriamo i benefici per l’apparato digerente: è proprio il contenuto di fibre, insieme alla presenza dei composti antiossidanti, che fa sì che le carote abbiano un ruolo protettivo sulla mucosa del tratto digerente e preventivo nell’insorgenza del cancro al colon.

Curiosità: Se comprate un mazzo di carote con le foglie, vale la pena staccarle prima di metterle in frigo. Perché? Il ciuffo di foglie verdi si comporta come una specie di vampiro: durante la conservazione succhierà le vitamine prima che voi riusciate a mangiare la radice. Se ben conservate sono in grado di mantenere la loro freschezza fino a due settimane, l’importante è tenerle in frigorifero avvolte in una busta di plastica per alimenti o, meglio, in della carta assorbente. In questo modo non perdono la loro naturale umidità.

Dunque, o consumate crude come snack croccante, in insalate, o cotte al vapore

** RICETTA **

La torta di mandorle e carote è un dessert ideale per palati raffinati, perché ha un sapore delicato e naturale, non appesantisce, sazia e corona il pasto con una nota dolce.

Ingredienti:

  • 500 g di carote,
  • 200 gr di mandorle spellate,
  • 3 uova,
  • 150 g di zucchero,
  • 150 g di farina,
  • 1 bustina di lievito,
  • 50 g di burro.
  • Un dettaglio importante che potete decidere di contemplare o no: 1 bicchierino di brandy.

Il procedimento è molto semplice: separate i tuorli dagli albumi e montate i primi con lo zucchero, fino a quando non diventano spumosi. Tritate finemente mandorle e carote e poi aggiungetele ai rossi d’uovo montati. Unite poi tutti gli altri ingredienti, per ultimi gli albumi montati, e mescolate. Versate il tutto in uno stampo imburrato e infarinato e cuocete a 180° per circa 40 minuti. Dopo aver lasciato raffreddare, decorate con zucchero a velo. Potete appoggiare sulla torta dei riccioli decorativi di cannella o qualche batuffolo di panna.Torta mandorle e carote


“Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita”                              Proverbio cinese