LE NOCI

 

Oggi parliamo un po’ di NOCI!!                     Noci

La noce è un frutto secco costituito da un seme (il gheriglio) racchiuso in un guscio legnoso. Le noci si trovano fresche nel mese di settembre e secche durante tutto l’anno. Normalmente vengono consumate  solo durante il periodo natalizio (questa usanza probabilmente deriva dal fatto che fino a non molto tempo fa era considerata un bene di lusso da concedersi solo in occasioni particolari, e che era più difficile trovarla in commercio), ma le sue eccezionali proprietà nutrizionali dovrebbero indurci a farne un maggiore uso in tutte le stagioni.

Andiamo a conoscerle meglio.

L’elemento di cui le noci – come tutta la frutta secca in genere – sono maggiormente ricche sono i lipidi, ovvero i grassi. Quello che molti non sanno, però, è che si tratta di grassi insaturi: questi grassi non sono dannosi per il nostro organismo, anzi, gli acidi grassi polinsaturi sono molto salutari, e a differenza di quelli saturi (che provengono principalmente da alimenti animali come lardo, burro, e il grasso di carne o quello della pelle del pollo e che possono aumentare il tasso di colesterolo nel sangue, provocano uno stato infiammatorio nelle arterie e la formazione di placche  aumentando il rischio di un attacco cardiaco o di infarto), possono in realtà diminuire il tasso di lipoproteina (o colesterolo “cattivo”).                                                                                                          Dunque, i grassi poli-insaturi (non saturi), possono proteggere le arterie (azione anti-aterosclerotica) dai danni provocati dall’assunzione di cibi contenenti molti grassi saturi.  I ricercatori hanno scoperto che anche le persone che hanno mangiato della frutta secca una volta alla settimana hanno riscontrato il 25% in meno di malattie cardiache rispetto a coloro che hanno escluso la frutta secca completamente dalla loro alimentazione. In un altro studio, le partecipanti che hanno consumato 140 o più grammi di frutta secca alla settimana hanno avuto un terzo in meno di infarti rispetto a coloro che hanno mangiato frutta secca di rado o non ne facevano uso.

In secondo luogo, le noci sono molto ricche di proteine (circa il 18% della porzione). Tra queste, una in particolare ha una  notevole importanza preventiva: l’arginina.                    Questa ha la capacità di dilatare i vasi sanguigni, che portano il sangue ricco di sostanze energetiche e di ossigeno ai muscoli, migliorandone così la prestazione fisica. Ragion per cui le noci sono molto indicate per chi svolge attività fisica.

Ancora, le noci sono ricche di vitamine, in particolare di vitamina E (dotata di potere antiossidante, in grado cioè di controllare gli effetti sfavorevoli dei temuti “radicali liberi”. Non dimentichiamo mai che l’ossidazione, cioè il danneggiamento delle cellule del corpo,  può avere una parte nello sviluppo di tumori, diabete, malattie cardiache, malattie polmonari e cataratte), acido folico (che permette di controllare la concentrazione nel sangue di uno dei nuovi fattori di rischio coronarico, e cioè l’omocisteina), il magnesio, rame, zinco, selenio (anche questo potente antiossidante), fosforo.

Nelle noci è particolarmente alto, inoltre, il contenuto  di acido alfa-linoleico, della famiglia degli ormai ben noti acidi grassi omega-3: si tratta di composti poco presenti sia nel regno vegetale che in quello animale, in grado di svolgere un’importante azione di controllo dei livelli dei trigliceridi (uno dei due grassi che circolano nel sangue, e che se in eccesso può creare problemi alla salute delle nostre arterie), di prevenzione delle irregolarità del battito cardiaco, di miglioramento del tono dell’umore.

Recenti ricerche hanno evidenziato che le noci contengono melatonina, un potente antiossidante a cui sono attribuite proprietà benefiche per la salute celebrale.

Infine, quantità non trascurabili di fibra alimentare in esse contenuta, rendono più completo il quadro di questo alimento: come tutta la frutta secca, anche le noci sono altamente digeribili quando consumata a colazione o come spuntino e, in virtù dell’alto contenuto in fibre, aiutano la funzionalità intestinale.

La dose giornaliera consigliata è di 3/4 noci al giorno.

Unica avvertenza, l’elevato contenuto energetico (689 Kcal per 100 g di prodotto), che ne suggerisce un uso moderato. Recenti ricerche hanno però evidenziato che quando le noci sono utilizzate al posto di altri alimenti, non solo non incidono troppo pesantemente sulla dieta, ma anzi aiutano a mantenere il peso corretto inducendo senso di sazietà.

Ci sono, però, categorie di persone che si devono astenere dal consumarla, per esempio chi soffra di problemi renali, i diabetici (pe via dell’alto contenuto di zuccheri). Anche chi è affetto dal morbo di Crhon in fase acuta, dalla rettocolite ulcerosa, o chi soffre di colite, malattie che impongono una dieta priva di fibre, si deve astenere dal consumarla.

Curisità: le noci con il guscio si conservano cinque mesi circa a tempertaura ambiente in luogo fresco e asciutto. Se acquistate noci sgusciate, consrvatele in un vaso chiuso, in luogo fresco e asciutto e consumatele entro 2 mesi!


* Mens sana…….. anzi sanissima!! *

Per unire al piacere di star bene con il corpo, anche il benessere della mente.

Vi consiglio vivamente la lettura di: “La tempesta di Sasà” di Salvatore Striano.      La storia autobiografica testimonianza di come la letteratura, la poesia,    possano emanare il loro potere salvifico anche sugli “impensabili”, i detenuti, come è Sasà, che vive una profonda nemesi grazie all’incontro con i libri dentro il carcere, che trasforma le parole in rappresentazioni teatrali, ma più vere della stessa vita, della sua stessa vita, che nella letteratura si rispecchia, e dalla letteratura viene setacciata e filtrata e compresa fino a toccare, con il suo cuore ormai rinnovato, anche altri cuori attorno, per raggiungere la libertà prima dentro e poi fuori dal carcere. Veramente bello!!!            La tempesta di Sasà

** RICETTE **

Ecco la ricetta dell’insalata di arance e noci (più finocchi) una scelta perfetta per il periodo invernale, sia perché prevede l’utilizzo di prodotti di stagione sia perché apporta vitamina C e vitamine liposolubili utili per combattere i rigori del clima invernale.

Ingredienti:

  • 4/6 arance a seconda delle dimensioni
  • gherigli di noce a volontà
  • sale e pepe q.b.
  • 1 o 2 finocchi, di nuovo secondo dimensioni
  • olio d’oliva extra vergine q.b.

Procedimento

Pulite i finocchi, lavateli e tagliateli sottilissimi con la mandolina; distribuiteli uniformemente su un piatto da portata, o quattro piatti individuali. Pelate al vivo le arance dopo averle lavate ed asciugate. Affettate anch’esse usando un coltello affilato. Distribuitele sopra ai finocchi. Spezzettate i gherigli di noci e spargeteli sulle arance.  Condite con olio, sale e pepe; servite immediatamente, altrimenti le vitamine delle arancesi deteriorano.

Consiglio: potete arricchire la vostra insalata con una manciata di uvetta sultanina.

Insalata di arance e noci

 

 

LA RUCOLA

Un’altra verdura: la RUCOLA!!                  Rucola

La rucola è una verdura della famiglia delle brassicaee, ed è conosciuta da tempo immemore, era venerata già dagli antichi Romani, che la consideravano protettiva dello stomaco e un ottimo diuretico, similmente al carciofo.
Questa erba era considerata afrodisiaca, infatti era la pianta dedicata a Priapo, dio mitologico simbolo di fertilità e virilità. Per questo nel tempo la rucola ha subito una sorta di censura, in quanto considerata una pianta “da nascondere” nei primi annali di agricoltura del periodo della Controriforma. È stata poi la ricerca scientifica a riportarla in auge, grazie alle sue proprietà.

Vediamo invece cosa realmente contiene.

La rucola è tra le verdure più ricche di fibre (di cui ricordiamo il potere saziante, dunque molto indicate nelle diete ipocaloriche, nonché di milgioramento della motilità intestinale e quindi di contrasto alla stipsi), buono l’apporto di Vit. A (grazie al contenuto elevato di carotenoidi, apprezzabile quello di vitamina C e di folati; decisamente rilevante la presenza di vitamina K, circa 110 mcg, oltre il 130% del fabbisogno giornaliero.                  La vitamina K, lo ricordiamo, è essenziale per i processi di coagulazione e per il benessere delle ossa e il consumo di rucola può contribuire in maniera significativa a garantirne il necessario apporto. Tuttavia, proprio per l’elevata presenza di questa vitamina, è necessario che la rucola sia consumata con estrema attenzione da soggetti in cura con anticoagulanti: esiste infatti una concreta possibilità che la vitamina possa ridurre in maniera significativa l’efficacia del farmaco, con aumento del rischio della formazione di trombi.

Ancora, la rucola contiene buone quantità di calcio (oltre i 300 mg, e che è in larga misura disponibile vista la ridotta presenza di ossalati, sostanze che ne inibiscono l’assorbimento), ferro, potassio, fosforo. Contiene, invece, pochi zuccheri e pochi grassi.

Nella rucola è particolarmente abbondante l’erucina. L’erucina è un composto al centro di un gran numero di lavori grazie alle sue notevoli proprietà. Ha mostrato effetti antiossidanti e antitumorali su diversi tipi di cancro, sia attraverso l’induzione di enzimi responsabili della detossificazione di composti cancerogeni, sia tramite l’inibizione dei processi di divisione delle cellule cancerose, il controllo del ciclo cellulare e l’induzione dell’apoptosi, la morte cellulare programmata che porta all’eliminazione della cellula tumorale.

La rucola ha inoltre un’azione battericida, antinfiammatoria, antiage e antiossidante.

Infine, diamo un’occhiata al suo apporto calorico: 100 gr. di parte edibile vi daranno sole 25 kcal.

Inoltre, la rucola è utilizzata nei prodotti dermatologici soprattutto all’estero, poiché migliora la funzione barriera del derma in caso di dermatite atopica.

Come si può vedere, è utile a tutti, all’interno di una dieta varia e bilanciata, mangiare rucola, come tante altre verdure, con il vantaggio che in questo caso è possibile consumarla cruda, modalità che come sappiamo permette di mantenere intatti tutti i nutrienti di un alimento.
Quindi si può beneficiare delle ottime proprietà benefiche che abbiamo visto, non solo con il consumo della verdura in insalata, ma soprattutto attraverso ricette con pesti a base di rucola. Inoltre, è utile sapere che le proteine del latte e un po’ di grassi tendono ad “ingabbiare” le sostanze buone di questo superfood, quindi si possono ampliare le possibilità di consumo utilizzando, ad esempio, la rucola con ricotta, come condimento della pasta o come ripieno di torte salate o secondi piatti.

Suggerimenti per l’acquisto: quando comprate della rucola fate attenzione che le foglie siano fresche, di un bel verde vivo, tenere e dai margini ben definiti. Le foglie ingiallite, macchiate e rovinate vanno scartate. Le foglie andrebbero sempre raccolte prima della fioritura: a questo punto infatti tendono a diventare dure, amare ed eccessivamente piccanti.

Le foglie vanno lavate accuratamente visto che trattengono la terra, evitando però di lasciarle a bagno a lungo. Si tratta di un vegetale molto delicato che si conserva con difficoltà. In frigorifero le foglie possono essere conservate per due o tre giorni.

Una verdura versatile e dal sapore deciso, ricca di pregi nutrizionali, da utilizzare spesso, specie durante il periodo estivo.

Una verdura versatile e dal sapore deciso, ricca di pregi nutrizionali, da utilizzare spesso, specie durante il periodo estivo o, se in busta, anche in inverno.

** RICETTE **

È ottima in insalate miste per dare un gusto forte e deciso e le foglie fresche possono insaporire pizze e panini, minestre, insalate di patate, di legumi e cereali, di pasta. Decisamente gustoso l’abbinamento con carpacci di manzo, con carni o pesce alla griglia, con gamberi o pollo. Le foglie possono essere passate e utilizzate per la preparazione di salse per crostini o pesto per condire la pasta, magari in abbinamento a pinoli e noci. Buone anche le torte salate o le schiacciate ripiene di rucola.

Se si vuol rimanere leggei senza fare a meno dei preziosi nutrienti della rucola, ecco una ricetta semplicissima: insalata di rucola, pomodorini e grana.

Ingredienti:

  • Rucola
  • Pomodorini
  • Grana
  • Olio di oliva
  • Sale 
  • Aceto balsamico
  • Limone

Lavate accuratamente la rucola (abbiate cura, peò, di asciugarla accuratamente, così da poterla servire croccante e i pomodorini). Versate metà rucola spezzettata con le mani e metà intera nel piatto da portata, dopodiché tagliate il grana a scaglie e cospargetelo sull’insalata. Tagliate i pomodorini in due parti e disponeteli lungo i bordi del piatto da portata.
Condite con un filo di olio, qualche goccia di aceto balsamico e un pizzico di sale, quindi servite l’insalata.

Per un condimento più saporito potete preparare un’emulsione di olio, aceto balsamico, limone e sale al quale aggiungere il grana grattugiato, per poi versarla sulla rucola e i pomodorini.
Se volete dare più sostanza all’insalata di rucola e grana, tostate 2 fette di pancarré e tagliatele a cubetti, per poi aggiungerli prima di servirla.

Insalata di rucola, grana, noci e pere.

Ingredienti:

  • Rucola 100 g
  • Pere Williams 2
  • Grana Padano DOP 100 g
  • Gherigli di noci 50 g
  • Olio extravergine d’oliva q.b.
  • Sale fino q.b.
  • Aceto balsamico q.b.

Come prima cosa iniziate a lavare la rucola. Poi asciugatela e versatela in una ciotola.   Lavate anche le pere, poi tagliatele in spicchi 2 e sbucciatele eliminando anche la parte centrale del torsolo. A questo punto tagliate le pere a fettine molto sottili, versatele all’interno della rucola  e mescolate in maniera delicata in modo da non rompere le fettine di pera.  Tritate grossolanamente le noci (potete farlo utilizzando un coltello o rompendole a mano) e unitele all’insalata. Con una grattuggia ricavate poi le scaglie di grana e aggiungete anch’esse. Mescolate nuovamente, poi condite con sale, olio e aceto. Mescolate ancora un’ultima volta.

Una variante sfiziosa? Al posto della rucola, provate con il radicchio!

Rucola con pere e noci_____________________

 «Quanti uomini hanno datato l’inizio di una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro.» Henry David Thoreau

 

 

IL RADICCHIO

Buongiorno!! Oggi si parla di RADICCHIO!!

Esistono numerose varietà di radicchio; alcune sono selvatiche, altre coltivate. L’aspetto e anche il sapore cambiano in base alla tipologia e alla regione di provenienza.          Radicchio   Esistono varietà di radicchio dal sapore amarognolo ed altre più dolci, quasi tutte sono croccanti. Sono pregiati il radicchio rosso di Treviso, il radicchio rosso di Verona e il radicchio rosso di Chioggia.  Il radicchio rosso di Treviso viene coltivato dal XVI secolo. Inizialmente si trattava di un cibo povero, utilizzato anche come mangime per gli animali.

Ma andiamo a vedere quali sono le sue proprietà nutrizionali.

Innanzitutto il radicchio contiene abbondante vitamina C, in particolare di beta carotene (i carotenoidi sono anch’essi antiossidanti; nell’organismo possono essere ricombinati per formare vitamina A, necessaria alla funzione visiva, per il differenziamento cellulare, per mantenere la funzione riproduttiva ecc.), che è un potente antiossidante, fondamentale – l’abbiamo detto tante volte – per prevenire i raffreddamenti e i mali della stagione invernale, nonché precursore del collagene, elemento essenziale del sistema immunitario.

Grazie all’elevata percentuale di acqua, il radicchio è depurativo; può essere inoltre un valido aiuto per chi soffre di stitichezza e difficoltà digestive.

La ricchezza d’acqua e potassio è considerata un aspetto preventivo l’ ipertensione arteriosa primaria, soprattutto il potassio agisce metabolicamente in contrapposizione al sodio, abbassandone i livelli e l’acqua aumenta la diuresi. Anche il magnesio in esso contenuto è di fondamentale importanza e insieme, magnesio e potassio, sono  due fattori nutrizionali ampiamente perché sono minerali alcalinizzanti che, quando carenti nell’organismo, possono dare luogo a crampi muscolari. E poiché tali minerali vengono abbondantemente eliminati con la sudorazione (paesi a clima caldo, pratica sportiva, ecc..), la loro reintroduzione è necessaria. E il cibo ci aiuta in questo.

Ancora, il radicchio contiene ferro e calcio, ma la loro azione nutrizionale è marginale, per la contemporanea presenza di acido ossalico, che ostacola l’assorbimento del calcio.

L’abbondanza di fibre può avere molteplici effetti sull’organismo. Anzitutto, in presenza d’acqua, migliorano il senso di sazietà per aumento del volume del pasto nello stomaco (ragion per cui, questa verdura è idonea per la dieta dimagrante). In particolar le fibre solubili creano un gel che modula l’assorbimento nutrizionale in due modi: diminuiscono la velocità di assorbimento dei glucidi, riducendo l’indice glicemico insulinico del pasto, ostacolano l’assorbimento e il riassorbimento dei grassi. Il radicchio è quindi consigliato nella terapia alimentare contro l’ipercolesterolemia – alla quale contribuiscono i polifenoli – il diabete mellito tipo 2 e l’ipertrigliceridemia. Le fibre migliorano il transito intestinale, prevenendo / curando la stipsi – e disturbi correlati come le emorroidi, le ragadi anali, la tendenza al prolasso anale ecc. – ed agendo nel lungo termine come fattore protettivo nei confronti di alcune forme tumorali al colon. Nutrono anche la flora batterica intestinale, fungendo da prebiotici, la quale contribuisce al mantenimento della salute dell’intestino.

I polifenoli sono un ulteriore agente antiossidante del radicchio. L’alta concentrazione di molecole dotate di questa funzione rende tale verdura adatta a combattere lo stress ossidativo dell’organismo, agendo preventivamente contro i tumori e ostacolando l’insorgenza di patologie metaboliche.

Il radicchio rosso, come tutti i vegetali di questo colore, è inoltre ricco di antiossidanti. Contiene antociani (aiutano a prevenire i fattori di rischio cardiovascolare) e triptofano ( che aiuta a combattere l’insonnia).

La scarsa presenza di purine lo rende adatto al regime nutrizionale contro l’iperuricemia e la gotta.

Infine, quest’ortaggio è utile anche a chi soffre di psoriasi.

A coronamento di questo ventaglio di pregi, il radicchio ha un bassissimo potere energetico ed è quindi utile nelle diete ipocaloriche: 100 g di radicchio rosso contengono 13 kcal / 52 kj.

Unica  precauzione: nella dieta della gestante, il radicchio crudo dev’essere lavato accuratamente e possibilmente in soluzione con disinfettanti per ridurre il rischio di infezione o infestazione da batteri o parassiti pericolosi per il buon esito della gravidanza.

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A scuola mi domandarono cosa volessi essere da grande.
Io scrissi “Essere felice”.
Mi dissero che non avevo capito il compito,
e io risposi che loro non avevano capito la vita.

 John Lennon                             

                                                      ** RICETTE **

Il radicchio si può mangiare crudo e cotto, da solo, come contorno, o utilizzare come ingrediente per ricette elaborate come sughi per i primi piatti, risotti, contorni gratinati al formaggio ecc.

Per esempio, è molto goloso il radicchio in pastella.

Ingredienti:

  • foglie di radicchio rosso, lavato e asciugato,
  • birra,
  • farina di semola di grano duro,
  • olio extravergine d’oliva.

Procedimento: preparate una pastella con la birra ghiacciata e la farina. Passare le foglie di radicchio nella pastella e friggerle in olio bollente.
Per chi vuole restare leggero, il radicchio rosso è ottimo anche alla griglia; condito   con poco sale e olio extravergine d’oliva.

Radicchio in pastella

LA SPIGOLA

Il branzino (Dicentrarchus labrax L.), anche conosciuto come spigola, è un pesce appartenente alla famiglia dei Moronidae.

Il branzino si presta a tutti i tipi di cottura: dal filetto in padella al pesce intero al forno e al cartoccio; le preparazioni più gettonate sono il branzino ai ferri, il branzino al sale e la crudità di branzino.

Il branzino non è assolutamente un pesce “economico” ed attualmente risulta uno dei pesci più “cari” nella nostra penisola.

Ma vediamo quali sono le sue proprietà nutrizionali.Spigola

Il branzino è generalmente inquadrato tra i pesci magri anche se, consumandone anche la pelle (molto gradevole nel pesce arrosto), la quantità di acidi grassi e colesterolo ingeriti aumenta vertiginosamente.

E’ un pesce ricco di proteine: le proteine contenute nella carne di spigola sono di valore biologico medio alto; è comunque da notare che l’apporto proteico che si ottiene consumando una sogliola pescata in mare è di maggior livello, oltre che essere presente in maggior quantità nella composizione della carne, rispetto a quella degli esemplari allevati, dal momento che il pesce in mare aperto nuota per distanze più lunghe e si trova a dover talvolta contrastare le improvvise correnti sottomarine, e di conseguenza sviluppa una muscolatura maggiore rispetto al pesce allevato.

Quello pescato in mare è povero di grassi saturi, quello allevato contiene più del doppio di grassi rispetto alla prima (che risulta oltre il 450% più grasso), aspetto che ne modifica sensibilmente l’utilizzo nella dieta; se ne evince che, soprattutto nell’alimentazione dell’ipercolesterolemico, la scelta tra un branzino selvaggio ed uno allevato debba volgere a favore del primo rispetto al secondo.                             Tuttavia entrambi i tipi di spigola contengono un alto contenuto di grassi polinsaturi della famiglia omega 3, utilissimi per mantenere una buona salute del sistema cardiocircolatorio.

Ancora, la carne della spigola è ricca di potassio: (essenziale per la salute di muscoli e tessuto osseo), fosforo (fondamentale per la produzione di energia) e ferro (fondamentale per la produzione di emoglobina e quindi per l’ossigenazione di tutti i tessuti, oltre che per il corretto funzionamento di enzimi e proteine).  Il potassio altresì contrasta il sodio in eccesso nel nostro organismo aiutando il nostro corpo nella lotta alla ritenzione idrica. Potassio e magnesio in sinergia aiutano il nostro sistema della micro-circolazione dei vasi sanguigni.

La spigola è una buona fonte di vitamine del gruppo B e di altre vitamine: (fondamentali in particolar modo nei processi legati al metabolismo cellulare, e quindi alla produzione e al corretto utilizzo di energia all’interno dei vari tessuti che costituiscono il nostro organismo) e di vitamina D (importantissima per la corretta mineralizzazione di ossa e denti, e per il conseguente sviluppo osseo), ma sono presenti in quantità minori anche vitamina A (importantissima per il corretto mantenimento degli organi visivi), vitamina C (importante sia per contrastare e prevenire i sintomi influenzali, che per rafforzare le difese immunitarie) e vitamina E (un potente antiossidante, che quindi contribuisce al rinnovamento cellulare e a contrastare l’invecchiamento dei tessuti grazie alla sua azione contro i radicali liberi).

La presenza di molte proteine e di pochi grassi rende questo pesce particolarmente facile da digerire, ed è quindi indicato per chi soffre di disturbi digestivi.

In più, esso contiene poche calorie: 100 grammi di spigola pescata in mare conta all’incirca 82 chilo-calorie, mentre 100 grammi di spigola allevata artificialmente conta 98 chilo-calorie.

Come tutti gli alimenti, anche il pesce può avere alcune controindicazioni. Ad esempio, se si consuma la pelle aumentano i livelli di colesterolo e grassi saturi: come accade anche nell’uomo, il grasso in eccesso viene posizionato immediatamente sotto il sottile strato di pelle che circonda il pesce, non eliminare questa parte di pesce genera un ovvio aumento della quantità di grassi e di colesterolo.

Nell’acquisto, bisogna che il pesce sia sempre fresco appena pescato e conservato con attenzione nelle grandi vasche piene di ghiaccio. E’ facile riconoscerne la freschezza: se gli occhi sono lucidi e chiari e la pupilla interiore è ben definita allora ci troviamo difronte ad un pesce fresco, se l’occhio risulta pallido e non più trasparente, allora ci troviamo difronte ad un pesce “vecchio” che è meglio non acquistare perché c’è da ricordare che le intossicazioni alimentari e la carica “batterica” di un pesce vecchio può essere molto elevata.

In una dieta sana ed equilibrata il pesce va consumato un paio di volte alla settimana. Oggi conosciamo le proprietà  nutritive di un altro di essi: dunque buon pranzo!!!


* Mens sana…….. anzi sanissima!! *        

Per unire al piacere di star bene con il corpo, anche il benessere della mente.Non dirmi che hai paura

Il libro di cui oggi consiglio la lettura  è “Non dirmi che hai paura”, di Giuseppe Catozzella.
Bellissimo, meraviglioso, toccante racconto della storia di Samia ragazza somala che vive dapprima in ristrettezze ma circondata da amore autentico dei suoi familiari, quell’amore che incita ad andare avanti, a non temere, a inseguire i propri sogni a costo di tutto, anche quando questo sogno  semplice come lo sport e il costo  alto come la privazione della libertà. Arriva, infatti, anche nell’Africa Orientale l’integralismo islamico con le sue repressioni e Samia è costretta ad indossare il burqa e a vedere ridotte tutte le più naturali libertà. Rimane però sempre fedele ai suoi insegnamenti finchè le sarà possibile realizzare il sogno di lasciare la propria terra per raggiungerne una in cui la libertà è reale, e magnifica: l’Europa…….
Più attuale che mai e consigliato anche ai ragazzi. Regalate(ve)lo.

I FINOCCHI

Buongiorno a tutti!
Un’altra verdura preziosa per la nostra salute è il finocchio!Finocchi

Il finocchio (Foeniculum vulgare) è una pianta della famiglia delle Ombrellifere e lo si conosce in due varietà: il finocchio dolce e quello amaro o anche detto “selvatico”.  E’  forse uno degli ortaggi più presenti sulle tavole dell’area del Mediterraneo.

E’ conosciuto e apprezzato principalmente perché aiuta la digestione (sotto forma di tisana fatta con i semi); è vero, infatti, che ha la capacità di evitare la formazione di gas intestinali  (aerofagia) poiche’ contiene anetolo, una sostanza in grado di agire sulle dolorose contrazioni addominali. E poiché combatte i processi fermentativi dell’intestino crasso, è utile per ridurre il dolore del colon irritabile.

E’ quindi altamente indicato nei casi di dispepsie, meteorismo, flatulenza, aerofagia, alitosi.

Questa, però, non è la sua unica proprietà. Scopriamolo meglio.

Noi tutti certo lo conosciamo, ma forse non sappiamo tutte le sue straordinarie proprietà e i benefici che può apportare alla nostra salute. Il finocchio è una fonte eccellente di vitamine (A, B e C) e di tanti sali minerali. Tra questi, il potassio, minerale che aiuta ad abbassare la pressione arteriosa alta, che è considerato fattore di rischio per ictus e infarto. E ancora calcio, fosforo, sodio, ferro, zinco, manganese e selenio, mentre le vitamine sono per lo più la vitamina A, alcune appartenenti al gruppo B e la vitamina C.    E poi ancora il rame, contenuto nei semi, fondamentale per la formazione delle cellule del sangue, il magnesio,  indispensabile per il corretto funzionamento del nostro organismo, la niacina, conosciuta anche come vitamina B3 o PP, utile per alzare il colesterolo buono e abbassare quello cattivo; inoltre la niacina serve al nostro organismo per trasformare i carboidrati in energia.

Il finocchio, soprattutto  i suoi semi, sono una buona fonte di fibra alimentare,  e si rivelano indispensabili per facilitare il transito degli alimenti nell’intestino, permettendo l’eliminazione delle tossine. Una buona scorta di fibre – che ricordiamo è presente solo negli alimenti vegetali mentre non si trovano in quelli di origine animale – è utile nel contrastare il colesterolo e tenere libere le pareti delle arterie, prevenendo così le malattie cardio-vascolari. E dal momento che la fibra rimuove anche le tossine potenzialmente cancerogene del colon, il finocchio può anche essere utile nella prevenzione del cancro al colon. Inoltre, assieme alla fibra, un ruolo importante lo ricoprono i semi di finocchio, cui abbiamo già accennato prima,  che sono ricchi di antiossidanti. Questi possiedono proprietà antinfiammatorie che potrebbero renderli utili nel trattamento di alcune patologie quali l’artrite e il morbo di crohn,e potrebbero contribuire a ridurre il rischio di tumori legati al danno dei radicali liberi nei confronti delle cellule e del Dna. Inoltre il finocchio agisce positivamente sul fegato e sui sistemi di disintossicazione regolarizzando e migliorando la funzione epatica.

Il finocchio è anche suggerito in caso di inappetenza, perché in grado di stimolare l’appetito e la secrezione gastrica attraverso l’azione dei suoi principi aromatici.

Sempre i suoi semi, contengono una quantità di flavonoidi,  potenti antiossidanti che aiutano a prevenire l’invecchiamento perché contrastano i radicali liberi e hanno inoltre la capacità di ridurre lo stress ossidativo dell’apparato cardio-circolatorio e di tutelare il nostro organismo dai danni neurologici.               Ricco com’è di fitoestrogeni e di flavonoidi, sostanze estrogeniche naturali, il finocchio equilibra livelli ormonali femminili e allevia i sintomi della ciclo mestruale  e i disturbi della menopausa.

Oltre alle sue fitonutrienti inusuali, il bulbo di finocchio è un’ottima fonte di vitamina C, antiossidante in grado di neutralizzare i radicali liberi. La vitamina C  è anche necessaria per il corretto funzionamento del sistema immunitario.

A coronamento di quanto detto, non contenendo né amidi, né lipidi, il finocchio apporta anche pochissime calorie:  100 g. di finocchi contengono solo 9 Kcal.! Sono quindi altamente consigliati nei regimi dimagranti.                                                                             Per non parlare del fatto che siano altamente consigliati dieta per le donne che allattano. Si dice che faciliti la produzione di latte; in realtà, invece, il finocchio contribuisce soprattutto a renderne più gradevole il sapore.

Curiosità sul finocchio.                                                                                                                                             Sapete da dove deriva il termine infinocchiare? Il finocchio altera la funzionalità delle papille gustative; quindi, dopo aver mangiato finocchio, tutto sembra più buono e più dolce. Gli osti non troppo onesti erano soliti offrire finocchi agli avventori prima di servire loro pessimo vino, per mitigarne il gusto. Da qui il termine infinocchiare.

Per concludere, il finocchio è altamente versatile, così che in cucina c’è solo l’imbarazzo della scelta su come cucinarlo e impiegarlo. Infatti, a parte tutte le sue straordinarie proprietà terapeutiche e curative, abbiamo tralasciato un punto fondamentale: ovvero, che il finocchio è buono! Possiamo gustare dei deliziosi primi piatti, oppure realizzare contorni con i finocchi, crudi o cotti che siano.

** RICETTE **

Finocchi gratinati in padella

Ingredienti:  

  • finocchi
  • olio di oliva
  • sottilette o altro formaggi di proprio gradimento
  • pangrattato
  • sale
  • pepe
  • prezzemolo

I finocchi gratinati in padella si preparano tagliando a metà questi ultimi e affettandoli sottilmente, quindi sciacquandoli bene sotto l’acqua corrente. In una padella antiaderente si versa un filo d’olio extravergine d’oliva e si sistemano i finocchi all’interno, anche sovrapponendoli tra loro.

Unite un pizzico di sale, uno di pepe e il prezzemolo tritato finemente. Distribuite l’asiago a cubetti e cospargete la superficie con abbondante pangrattato. Unite un bicchiere di acqua calda e cuocete il tutto a fiamma media per 10 minuti.

Non appena i finocchi morbidi, togliete il coperchio dal tegame e proseguite la cottura in modo da far completamente assorbire l’acqua. I finocchi gratinati in padella sono pronti per essere serviti in tavola.

Finocchi al forno

Ingredienti:

  • finocchi
  • burro
  • sale
  • besciamella
  • parmigiano grattugiato

I finocchi al forno sono un delizioso contorno semplice da preparare e ricco di gusto. Per prepararli tagliate i finocchi a spicchi e scottateli leggermente in acqua salata, dopodiché saltateli in padella con del burro.

Cospargeteli con besciamella e parmigiano grattugiato, quindi inserite il tegame in forno in funzione grill per 10 minuti. Sono così gustosi che anche i vostri bambini ne andranno pazzi!

Curiosità e consigli

I finocchi in padella si conservano in frigorifero ben chiusi in un contenitore ermetico per al massimo un paio di giorni.

Possono essere congelati.

Se vi piacciono potrete arricchire la preparazione con dei filetti di acciughe sott’olio.

 

 


Che tu sia un re o un primo ministro, che tu sia un falco predatore o un timido passero, che tu sia libero di amore mistico o un pio eremita, finché non avrai conosciuto te stesso sarai solo un presuntuoso.

(Proverbio cinese)

 

 

 

 

 

LE ARANCE

Buongiorno!
Oggi si aprla di un frutto prezioso: le arance!!

Frutto dell’albero dell’arancio (Citrus aurantium, appartiene alla famiglia delle Rutacee), Arancel’arancia è un agrume originario della Cina portato in Europa dagli Arabi nel X secolo ed oggi coltivato in molte aree del Mediterraneo come la Spagna, la Greci e l’Italia. Solo in Italia viene coltivata la qualità a polpa rossa, esportata in tutta Europa, mentre gli altri paesi produttori di arance mettono in commercio quelle a polpa bionda. Tanti conoscono l’Arancia Rossa di Sicilia IGP (Indicazione Geografica Protetta), disponibile nelle varietà tarocco, sanguinello e moro, ma pochi sanno che le maggiori piantagioni di aranci si trovano in Calabria, dove la produzione è quasi il doppio rispetto a quella siciliana.

Le arance sono un’ottima fonte di vitamine, soprattutto la C (100 gr. di succo di arancia fresca possono coprire anche il 90% della razione giornaliera di vitamina C necessaria ad un adulto) e la A (più precisamente i caroteni, precursori della vitamina A, utili per la vista e la salute della cute, e nella prevenzione di infezioni di varia natura., seguite da buona parte delle vitamine del gruppo B (in particolare Tiamina, Riboflavina e Niacina. Va ricordato che le vitamine del gruppo B stimolano l’appetito, l’accrescimento e la digestione).

L’arancia fornisce inoltre numerose altre sostanze antiossidanti, in particolare i polifenoli quali gli antociani e l’esperidina che ha proprietà antiallergiche, antinfiammatorie, antivirali, antitumorali e potenzia il sistema immunitario dell’organismo.
Se a ciò aggiungiamo l’indiscusso ruolo della vitamina C nel contribuire all’efficienza del sistema immunitario,è presto chiarito perché un adeguato consumo di arance nei mesi invernali può essere un ottimo coadiuvante nella prevenzione degli episodi delle malattie da raffreddamento, che colpiscono tipicamente le prime vie aeree. Le arance sono caratterizzate inoltre da in elevato contenuto in bioflavonoidi (vitamina P), sostanze che, assieme alla vitamina C, ricoprono un importante ruolo nella ricostituzione del collagene del tessuto connettivo (la cui mancanza provoca l’invecchiamento delle cellule e la loro degenerazione).

Per tale ragione le arance possono favorire il rafforzamento di ossa, denti, cartilagini, tendini e legamenti. Anche il connettivo delle pareti dei vasi sanguigni, soprattutto dei capillari, trae beneficio dall’associazione fra i bioflavonoidi e la vitamina C contenuta nelle arance. Ciò si traduce in una riduzione della fragilità capillare e della formazione di edemi.

Il consumo di arance può quindi essere importante per combattere alcune patologie causate da difficoltà circolatorie come la cellulite, le vene varicose e le emorroidi. In particolare l’arancia a polpa rossa è ricca di antocianine, caratterizzate da un potente effetto nei confronti della fragilità capillare ed un elevato valore nel trattamento degli stati infiammatori.

La vitamina C contenuta nelle arance presenta inoltre proprietà antianemiche, in quanto in grado di favorire l’assorbimento del ferro, utile per la formazione dei globuli rossi.
I fumatori sono una categoria di persone che può trarre un particolare beneficio dall’assunzione della vitamina C e degli antiossidanti contenuti nelle arance.
L’agrume è anche particolarmente ricco di terpeni che, assunti regolarmente in una dieta ricca di frutta e verdura, si rivelano efficaci nella prevenzione dei tumori del colon, del retto e della mammella. Tra i terpeni una particolare menzione merita il limonene, contenuto nella buccia delle arance, dei limoni e dei pompelmi che, grazie la sua capacità di contrastare gli effetti degli estrogeni, sembra efficace nel proteggere dal cancro alla mammella.

Ancora l’arancia fornisce zuccheri semplici quali il fruttosio e il glucosio, sali minerali e in particolare potassio, magnesio e fosforo.
Il callo bianco sotto la buccia dell’arancio contiene inoltre una discreta quantità di fibra alimentare solubile, efficace nella regolazione dell’assorbimento degli zuccheri, dei grassi e delle proteine.
È risaputo come la quotidiana assunzione di una sufficiente quantità di fibre alimentari sia funzionale nel prevenire il diabete e l’arteriosclerosi, e favorisca il transito intestinale (possono avere anche un blando effetto lassativo dovuto alla presenza di acido citrico e pertanto possono essere utili in tutti i casi di stitichezza)..

Le arance, in virtù delle sostanze benefiche in esse contenute, sono dunque caratterizzate da innumerevoli proprietà che spaziano da quelle antiossidanti ed antinvecchiamento, a quelle anticancerogene. In virtù delle molteplici proprietà benefiche delle arance, unite alla loro elevata digeribilità e al loro modesto apporto calorico, il loro consumo dovrebbe essere largamente promosso nell’ottica di una sana alimentazione. Possono essere assunte a colazione, negli spuntini, ed anche in associazione a piatti a base di carne (per via del fatto che la vit.C in esse contenuta potenzia l’assorbimento del ferro) e pesce.

Per chi segue un regime alimentare ipocalorico (dimagrante) è consigliabile gustare il frutto intero e non spremuto, perchè fornisce una maggiore quantità di fibra alimentare che aumenta il senso di sazietà.

Come tutta la frutta acidula le arance sono inoltre utili nel favorire i processi digestivi. L’infuso della scorza gode infatti di proprietà aperitive e digestive. Un decotto ottenuto da una o due scorzette di arancia in 100ml di acqua aiuta infatti a combattere la cattiva digestione e diminuisce i dolori di stomaco. Infatti, l’industria farmaceutica utilizza la buccia per la preparazione di vari digestivi e tonici.               La scorza dell’arancia amara, per il suo elevato contenuto di sinefrina,  sostanza ad attività simile all’adrenalina, è inoltre utilizzata nell’industria degli integratori alimentari, nella produzione dei cosiddetti “termogenici”, utilizzati per il dimagrimento.

Dunque, consumatele intere, a spicchi, o sotto forma di spremute, ma fatene il pieno!!

** RICETTE **

Ci sono mille ricette che si possono realizzare con questo meraviglioso frutto.

Io desidero proporvene due molto semplici e alternative.

Arance con yogurt e noci

In questo caso l’arancia è un ingrediente, ma anche il contenitore di questo dolce al cucchiaio. Svuotatela e frullate la polpa privata dei semi e della parte bianca con dello yogurt bianco zuccherato e delle noci pecan tostate in forno. Versate il composto nell’arancia e decorate con altre noci e della cannella.

Arance ripiene di gelato              Arance con gelato

Un dolce facilissimo e molto veloce da preparare. Basta mescolare del gelato alla vaniglia con la polpa di un’arancia e del cointreau. Aggiungete anche della granella di amaretti se desiderate una consistenza croccante. Anche in questo caso utilizzate le arance come contenitori.


Ho commesso il peggior peccato che un uomo possa commettere: non sono stato felice.
Jorge Luis Borges

 

IL POLLO!!

Oggi desidero parlare di un secondo piatto: il pollo!Pollo 2

La sua carne, come quella del tacchino e del coniglio, altre carni bianche – è ricca di proteine nobili (indispensabili all’organismo, per esempio, per rinnovare i tessuti e per la formazione degli ormoni, degli enzimi, degli anticorpi) e di aminoacidi ramificati (utili nel metabolismo dei muscoli e nel promuovere lo smaltimento delle tossine che si formano quando un organismo svolge un intenso lavoro atletico). Ha inoltre un bassissimo quantitativo di grassi e praticamente privo di carboidrati,  il tutto con un apporto calorico abbastanza basso: 100 kcal per 100 grammi di parte edibile.

Per cui il petto di pollo è non a caso un alimento consigliato per chi si deve attenere ad un regime alimentare ipocalorico.  In una dieta varia e bilanciata, rimane così un ottimo alimento da consumare per chi vuole dimagrire, mettere su muscolo e restare in forma.

Si tratta di un tipo di carne con un discreto contenuto di vitamine del gruppo B, niacina in particolare, ovvero vitamina B3. Importanti, però, sono pure le quantità di vitamine B1, B2, B5 e B6, detta anche piridossina e indicata soprattutto, in ambito terapeutico, contro il vomito.

Il petto di pollo contiene inoltre ferro, fosforo (anche se è una carne bianca il quantitativo di ferro è comunque presente), zinco, sodio e piccole quantità di selenio, indispensabile per contrastare l’invecchiamento e utile per l’equilibrio della funzionalità tiroidea.

Praticamente assenti nel petto di pollo, invece, zuccheri e fibre, mentre il colesterolo riveste un ruolo quasi marginale, con i suoi 60 mg ogni 100 grammi, decisamente inferiore rispetto ad altre proteine animali.  Quei pochi grassi presenti sono del tutto favorevoli alla salute: il rapporto tra acidi grassi insaturi (quelli “buoni”) e saturi è di 0,92 nel petto di pollo, molto vicino al valore 1 consigliato.

Mantenendo però la pelle l’aumento di colesterolo totale nel petto di pollo è di circa il 30%. E’ quindi preferibile eliminarla prima della cottura, per conservare la sua funzione dietetica e benefica per il nostro organismo: la differenza sta nell’eliminazione della componente lipidica in essa contenuta. In altre parole, mangiare petto di pollo con pelle comporta un aumento notevole di trigliceridi, cioè di grassi che, se presenti in valori alti nel sangue, rappresentano un rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari e sovrappeso. Senza pelle, invece, il petto di pollo mantiene la sua proverbiale magrezza.

L’importante è non consumarlo crudo. Il motivo? Semplice: alcuni animali (in particolare suini e appunto uccelli quali pollo, gallina o piccione), sono potenziali portatori di agenti patogeni come parassiti, batteri e virus.

E allora, al vapore o alla griglia, con il contorno che più ci piace, andiamo a manigare!


* Mens sana…….. anzi sanissima!! *        

Per unire al piacere di star bene con il corpo, anche il benessere della mente.

Libro consigliato questa settimana: “I figli dei nazisti” di Tania Crasniaski”.

I figli dei nazisti

Bellissimo saggio che raccoglie otto storie di figli dei nazisti, delle SS artefici della pianificazione e sterminio degli ebrei, e delle loro differenti reazioni dell’eredità lasciata loro dai padri: dai negazionisti a chi ha giustificato il proprio padre, incapace di vedersi strappare la propria fragile identità, a chi ha manifestato la forza di Uomo di rinnegare non solo la propria famiglia (al costo di essere dalla stessa rinnegato), ma anche lo stesso cognome, confermando un’accusa decisa contro il proprio genitore senza l’infantile timore di perdere la propria identità (Mengele). Toccante il fatto che proprio questi ultimi abbiano sottolineato il pericolo ancora esistente di estremismi nazionalisti e di ideologie di violenza da parte delle persone più fragili psicologicamente, frustrate e più deboli, bisognose di aderire a ideologie dure e violente, intransigenti. Attualissimo!!! Davvero bello!!!

 

SPINACI

Buongiorno!

Oggi parliamo di un’altra verdura dalle proprietà nutritive controverse e, comuqnue, pococonosciute: gli spinaci!

Spinaci

Vediamo di fare chiarezza.

Furono gli Arabi che lo introdussero in Europa tra il 1200 ed il 1300: lo spinacio era “il principe degli ortaggi”, poiché mineralizzanti, antianemici e nutrienti, erano l’ingrediente ideale per creare il mito della magica pozione trangugiata da Braccio di Ferro. Vengono coltivati principalmente in Nord Europa.

Nel momento dell’acquisto, la presenza di foglie ingiallite è segno che il prodotto non è freschissimo. Ciò va a detrimento non solo del sapore, ma anche della salute in generale. Dopo qualche tempo infatti, gli spinaci tendono a produrre nitriti, sostanze potenzialmente dannose per il nostro organismo. Si consiglia perciò di tenerli in frigorifero per un massimo di tre giorni, prima di servirli in tavola. Prima di consumarli però è strettamente necessario lavarli accuratamente, per eliminare eventuali batteri o microrganismi depositatisi sulle foglie, ma non lasciandoli a mollo. Questo per non disperdere parte dei sali minerali e delle vitamine.

Gli spinaci sono ricchissimi di ferro e, grazie ai loro 2,9 mg di minerale per 100 grammi di prodotto fresco, ne detengono il primato fra gli ortaggi. Purtroppo, però, pur essendo così abbondante, il 95% del ferro contenuto negli spinaci è inutilizzabile come nutriente, proprio per la presenza dell’acido ossalico, che ne limita l’utilizzo. Facendo un po’ di conti, alla faccia dei vegetariani più accaniti, si scopre che per assimilare l’equivalente in ferro fornito da 100 g di carne, occorre consumare più di un kg di spinaci. Cio’ non toglie che possano essere considerati una sorta di alternativa al consumo di carne, che sappiamo non essere consigliato in modo continuativo.

Ad ogni modo, per ottimizzare l’assimilazione del ferro contenuto, è consigliabile assumerli assieme ad un alimento ricco di acido ascorbico,come i limoni. L’acido ascorbico è infatti in grado aumentare la biodisponibilità del ferro contenuto negli spinaci.

Alla luce di questi dati sembra proprio che i creatori del famoso personaggio animato avessero preso un abbaglio. In realtà non è esattamente così.

Anche se ricchi di acido ossalico, gli spinaci rappresentano una buona fonte di vitamina C, carotenoidi, acido folico (è quindi adatto a tutti ma è particolarmente consigliato per chi soffre di anemia), clorofilla e luteina. L’insieme di questi micronutrienti ne esalta le proprietà antiossidanti, rendendoli un alimento particolarmente utile che hanno una elevata proprietà protettiva nei confronti dell’organismo poiché combattono i radicali liberi, per la salute degli occhi, per chi soffre di aterosclerosi, per le gestanti e per l’azione protettiva nei confronti delle patologie coronariche. Recenti studi inoltre hanno dimostrato che gli antiossidanti contenuti negli spinaci riducono sensibilmente il rischio di cancro ai polmoni.

In misura minore troviamo le vitamine E, K, B1, B2, B6, Pp e poi rame, fosforo, zinco, calcio, potassio: una tale ricchezza in sali minerali dona agli spinaci un potere rimineralizzante, tonificante e cardiotonico ma crea, per via degli ossalati che contengono, una limitazione per le persone che soffrono di calcoli renali, patologie epatiche o gastrite mentre sono invece efficaci per chi ha problemi di stipsi, per via delle fibre contenute.

Un discorso a parte merita il calcio: nonostante gli spinaci ne siano abbastanza ricchi, gli ossalati presenti ne limitano l’assorbimento perché creano essi stessi dei sali particolari chiamati ossalati di calcio, difficilmente assimilabili.

Per evitare di disperdere il loro prezioso carico di micronutrienti nell’acqua di cottura, si consiglia di consumarli crudi o cotti in poca acqua bollente. Qualche goccia di succo di limone aumenterà invece la biodisponibilità del ferro contenuto negli spinaci.

Gli spinaci sono molto consigliati in tutte le diete ipocaloriche per il basso contenuto energetico, solo 31 Kcal ogni 100 grammi di prodotto.


Perché è così che ti frega la vita. Ti piglia quando hai ancora l’anima addormentata e ti semina dentro un’immagine, o un odore,o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi.
(Alessandro Baricco)

 

LA CIPOLLA

Buongiorno!!
Oggi si parla di un alimento che utilizziamo moltissimo, immancabile ingrediente di numerose ricette. E facciamo bene perché ha delle proprietà eccezionali: la cipolla!!!Cipolla

La cipolla, Allium cepa,  intesa come alimento, è il bulbo commestibile prodotto dall’omonima pianta erbacea  che appartiene alla famiglia delle Amaryllidacee di cui fanno parte anche aglio, porro, scalogno ed erba cipollina. L’origine è antichissima, i primi resti di cipolle in un insediamento umano risalgono a oltre 5000 anni fa, nell’area del medio oriente. La cipolla era apprezzatissima dagli egiziani: insieme ai ravanelli era fondamento della dieta degli operai che hanno costruito le piramidi, era offerta votiva per le divinità ed era deposta nelle tombe dei Faraoni, Tutankhamon compreso, come indispensabile provvista per il viaggio nel regno dei morti. Si dice che gli anelli concentrici del bulbo fossero per gli egizi un simbolo di vita eterna. Così anche in Grecia era alimento indispensabile nella dieta degli atleti e pare anche tra i gladiatori di Roma.

Portata nelle Americhe da Colombo nel 1493, la sua coltivazione è oggi diffusa in tutto il mondo. I maggiori produttori sono Cina, India, Stati Uniti, Egitto e Iran.

Esistono molte varietà di cipolla che sono ben distinguibili per la diversa colorazione delle foglie esterne, rosse, dorate o bianche, per forma, dimensioni, sapore. Le più apprezzate prendono il nome dalla zona di provenienza e sono riconosciute P.A.T. (Prodotto Agroalimentare Tradizionale) o marchiate I.G.P.

Tra le varietà italiane più celebri e apprezzate  ricordiamo:

  • Cipolla rossa di Tropea, molto dolce;
  • Cipolla rossa di Cannara, in realtà un misto di diverse varietà rosse o gialle, che devono le loro caratteristiche alle particolarità del terreno e delle tecniche di coltura;
  • Cipolla dorata di Parma, ottima per il soffritto;
  • Cipolla bianca di Barletta, precoce, ottima sottaceto;
  • Cipolla bianca di Chioggia, essenziale per la marinatura in saor del pesce;
  • Cipolla ramata di Milano, di forma allungata e colore caratteristico;
  • Cipolla borrettana, utilizzata soprattuttto per la conservazione sottaceto;
  • Cipolla rossa di Acquaviva delle fonti, piatta a polpa bianca;
  • Cipolla rossa di Cavasso Nuovo, con tunica violetta e interno rosato, coltivata in zona collinare.

La cipolla ha un consistente valore nutritivo, grazie alla presenza di sali minerali e vitamine, soprattutto la vitamina C, ma anche  la vit. A, il complesso B, C, E; contiene anche molti fermenti che aiutano la digestione e stimolano il metabolismo; inoltre contiene anche oligoelementi quali zolfo, ferro, potassio, magnesio, fluoro, calcio, manganese e fosforo, e  flavonoidi con azione diuretica (e infatti viene consigliato da chi soffre di trombosi perché, avendo un potere fluidificante, facilita la circolazione del sangue).

Questo ortaggio è anche un ottimo espettorante, specialmente unito al miele.

Un discorso a parte merita l’utilizzo della cipolla per tutti coloro che soffrono di “cattiva digestione”: in questo caso si consiglia di consumare la cipolla cotta che è sicuramente più tollerabile anche se ha minori proprietà nutritive rispetto a quella cruda che può essere assunta facilmente da coloro i quali non hanno particolari problemi di bruciori allo stomaco.

Infine questi “benefici bulbi” fungono anche da ipoglicemizzanti, abbassando il livello di glucosio nel sangue e permettendo di ridurre le dosi di insulina a chi ne ha bisogno.

I cipollotti hanno caratteristiche simili, ma poiché assieme al bulbo vengono consumate anche le foglie verdi hanno un contenuto più elevato di vitamina A e vitamina C e un contenuto elevatissimo di vitamina K, pari al 250 % della dose quotidiana.

Rispetto ad altre verdure, non brilla per l’elevato contenuto in fibra totale, ma contiene molta acqua ed è assente il colesterolo.

Non contiene glutine e lattosio, ed è ammessa dalle filosofie vegetariana e vegana.
La porzione media di cipolla può raggiungere anche i 200 g (80 kcal).

Ma questa pianta ha anche numerosissimi impieghi terapeutici per uso esterno: in dermatologia, può essere utilizzata come antibiotico, antibatterico, semplicemente applicando il succo sulla parte da disinfettare.

Unica controindicazione:  in caso di ipersensibilità e/o patologie gastro intestinali come: acidità di stomaco, gastrite, ulcera, colon irritabile, emorroidi e ragadi anali.

In molti evitano di consumare cipolle per via dell’alitosi, privandosi così degli importanti benefici che potrebbero trarre da questo alimento.  Basterebbe invece seguire qualche piccolo accorgimento: masticare qualche foglia di prezzemolo o, in alternativa, spruzzare verso il cavo orale uno spray di olio di semi di prezzemolo.

Curiosità: tagliare le cipolle spesso è un dramma per via della lacrimazione che provoca. Perché? Nella cipolla sono presenti i solfuri organici, molecole che contengono atomi di zolfo. Quando si taglia la cipolla questi solfuri si combinano con un’altra sostanza e si trasformano in acidi, soprattutto solforico e solforoso. Trattandosi di sostanze corrosive, l’occhio cerca di liberarsene attraverso l’attivazione delle ghiandole lacrimali. Un modo per ovviare esiste: bagnate la lama del coltello, l’acqua scioglierà i vapori nocivi.

 


Tutti sentono quello che dici.
Gli amici ascoltano quello che dici.
I veri amici ascoltano quello che tu NON dici.
(D.M. Band)

 

IL CARCIOFO

Buon giorno e Buon inizio del mese di Dicembre!!!!

Desidero cominciare questo nuovo mese con un cibo amatissimo: il carciofo!Carciofo

I carciofi sono un ortaggio della famiglia delle composite di cui si mangiano i fiori immaturi e parte del gambo. La testa del carciofo è quindi il fiore della pianta, prima della sua maturazione, e quelle che comunemente chiamiamo “foglie” si chiamano in realtà “brattee”. Le vere foglie del carciofo sono quelle attaccate al gambo, che però vengono solitamente eliminate prima della vendita.

Il carciofo che siamo abituati a consumare sulle nostre tavole deriva per selezione orticola dal cardo selvatico, dotato di una enorme quantità di spine; sono stati gli orticoltori italiani del XV secolo, in Toscana, ad aver selezionato quegli esemplari che progressivamente

persero le spine ed ingrossarono le brattee dell’infiorescenza, fino ad assumere l’aspetto carnoso che oggi conosciamo, soprattutto per gli usi gastronomici.

I carciofi si possono consumare sia crudi, sia cotti. Per la preparazione a crudo, è necessario però che la varietà sia particolarmente giovane e tenera. Esistono molteplici varietà, le più note sono:

  • violetto di Toscana: non spinoso, di colore viola e forma affusolata;
  • di Chioggia: non spinoso, di colore chiaro;
  • mammola (o romanesco): non spinoso, dalla forma tonda;
  • spinoso di Palermo: di forma rotonda, molto tenero, ideale anche per la consumazione a crudo;
  • spinoso sardo: di forma allungata, con robuste spine;
  • spinoso di Liguria: di forma ovale.

Il periodo di produzione va da Dicembre a Marzo, ma verso maggio fanno la loro comparsa i carciofini, che sono gli ultimi carciofi lasciati in abbandono sui campi. Sono molto teneri e si prestano ad essere mangiati, crudi o cotti, oppure per la conservazione in olio o aceto.

Il carciofo deve avere forma compatta, con le punte ben chiuse, essere pesante. Il gambo deve essere sodo al tatto e senza tumefazioni.
Una volta aperto, se il fieno all’interno è abbondante, vuol dire che l’ortaggio è poco fresco. Un segreto per riconoscerne la freschezza? Afferrarli con indice e pollice, premendo: se i carciofi oppongono resistenza e non si appiattiscono, la freschezza è garantita.

Conservare i carciofi in frigorifero nello scomparto della frutta e verdura. È un ortaggio resistente che si mantiene anche 6-7 giorni. Cotti si mantengono per 2 giorni, in frigorifero, accuratamente coperti.

Se si devono preparare interi è sufficiente togliere le foglie (brattee) più esterne e una parte o tutto il gambo.

Se la ricetta prevede l’utilizzo dei soli cuori interi, tagliati a metà, a spicchietti o affettati è necessario togliere tutte le foglie esterne, fino a trovare quelle chiare e tenere. Se si decide di utilizzare il gambo, spellarlo con un pelapatate per rimuovere la parte più esterna, dura e fibrosa. I gambi sono ottimi interi o affettati.

In ogni caso, mettere tutte le parti del carciofo che si desiderano utilizzare in acqua acidulata con limone in attesa dell’utilizzo per evitare che anneriscano per effetto dell’ossidazione.

Per conservarli in frigo, togliere le foglie esterne più dure e il gambo, lavarli, asciugarli bene e metterli in un sacchetto di plastica: consumarli entro 5-6 giorni. Per il congelamento, pulirli e sbollentarli in acqua acidulata con succo di limone, lasciarli raffreddare e sistemarli in contenitori rigidi.

Veniamo alle loro preziose proprietà: i carciofi sono ricchi di fibre e potassio, contengono anche fosforo, calcio e magnesio ferro, sodio, potassio, sali di ferro (hanno dunque un certo ruolo nel combattere lo stress quotidiano), mentre ha uno scarso contenuto vitaminico.

Inoltre, contengono cinarina, una sostanza che è in grado di aiutare la digestione stimolando la bile (se la bile non viene non viene trasportata efficacemente nella colecisti, il fegato può subire danni) e favoriscono la diuresi renale e regolarizzano le funzioni intestinali.

Tali ortaggi sono dunque  particolarmente utili nei disturbi di origine epatica e renale prevenendo la formazione dei calcoli.

Hanno proprietà depurative e diuretiche, proteggono il fegato ed aiutano ad abbassare il livello del colesterolo nocivo e di trigliceridi. Particolarmente utili, in tal senso, sono le foglie che, ahimè, spesso vengono eliminate.

Sono inoltre molto salutari anche per i diabetici, perché l’inulina in essi contenuta (solo finchè sono freschi, altrimenti essa subisce una trasformazione, perdendo i suoi effetti benefici) migliora efficacemente il controllo dello zucchero ematico.

 Il tutto, con un apporto calorico bassissimo: 22 Kcal per 100 g di prodotto.

Inoltre sono estremamente digeribili sia cotti che crudi.

Persino il loro succo è prezioso: svolge un’azione vivificante e tonificante per la pelle devitalizzata e foruncolosa.

Unica piccola controindicazione: sebbene le sostanze contenute nei carciofi siano prive di tossicità, le donne che stanno allattando devono astenersene poiché possono influire negativamente sul sapore del latte materno.

Una curiosità: il carciofo una volta cotto, si altera rapidamente, sviluppando tossine; pertanto deve essere consumato subito. È bene inoltre sapere che è tanto più digeribile quanto meno a lungo è stato cotto.


* Mens sana…….. anzi sanissima!! *  

Per unire al piacere di star bene con il corpo, anche il benessere della mente.

Il libro che desidero consigliare questa settimana è “Il dono del silenzio” di Thich Nhat Hanh.                                                                                                                                                                                             Il dono del silenzio
Bellissimo piccolo saggio di un autore vietnamita (ben noto agli esperti di settore), leader mondiale di spiritualità, sulla meditazione basata sul silenzio e sull’ascolto di sè, del proprio respiro, e non solo materialmente parlando, come distacco dal mondo e presa di coscienza di ciò che siamo e del miracolo che, istante dopo istante, avviene in noi: la vita, l’essere. E di cui dobbiamo avere – e mantenere – consapevolezza.
Perchè questo è il vero miracolo.
Splendido.