IL POLPO

Buongiorno!!!

Oggi, ancora un pesce: il polpo, il cui nome scientifico è Octopus vulgaris, è un cefalopode della famiglia Octopodidae. Nel linguaggio comune non è raro che venga chiamato anche polipo: tuttavia, come ha chiarito la stessa Accademia della Crusca, si tratta di un errore. È polpopresente in tutti i mari del mondo, ma predilige acque calde temperate. E’ diffuso anche nei mari italiani, specialmente nei bassi fondali non oltre i 200 metri di profondità. La pesca del polpo è concentrata in alcuni periodi dell’anno: nel corso della stagione invernale, tra settembre e dicembre e in tarda primavera-estate, ossia tra l’inizio di giugno fino a tutto luglio.

Ma quali proprietà e i valori nutrizionali contiene?

Il polpo apporta proteine ad alto valore biologico, ma in minor quantità rispetto ad altri pesci.
E’, invece, una fonte importante di vitamine (la vitamina A aiuta la salute della vista, lo sviluppo delle ossa e la crescita dei denti, la B12 è essenziale nella produzione dei globuli rossi e nella formazione del midollo osseo, la vitamina C infine ha proprietà antiossidanti e potenzia le difese immunitarie) e sali minerali (il fosforo e il calcio,  importanti per la salute delle ossa e dei denti; il potassio aiuta a mantenere la pressione nella norma e può ridurre il rischio di calcoli renali ricorrenti e la perdita di tessuto osseo durante l’invecchiamento. Il selenio è fondamentale per l’organismo in quanto antiossidante cellulare). Purtroppo la bollitura incide negativamente sulla concentrazione di questi minerali. Questi ultimi, infatti, si sciolgono nell’acqua durante la lessatura.

Ancora, la bassa percentuale di grassi rende il polpo ideale in una dieta ipocalorica. Il polpo è uno dei molluschi più prelibati e apprezzati in tavola. Le sue carni sono ideali per la dieta mediterranea perché povere di grassi.

Il polpo è un alimento poco calorico: una porzione da 100 g apporta solo 57 kcal. Questo lo rende un alimento adatto anche a chi sta seguendo un regime dietetico ipocalorico.

Nonostante la minima quantità di grasso contenuta nelle sue carni il polpo è anche una fonte di colesterolo: una porzione da 100 g ne contiene circa 70 mg, comunque solo il 23% della massima quantità giornaliera raccomandata.

Curiosità: il polpo è anche considerato uno degli animali più intelligenti tra gli invertebrati, caratteristica osservata in moltissimi studi scientifici che hanno dimostrato sia la capacità di emulare i movimenti altrui, sia quella di apprendere rapidamente le informazioni, nonché di utilizzare volontariamente e consciamente degli strumenti od oggetti. Il polpo possiede 3 cuori e ha la capacità di cambiare colore molto velocemente, con una grandissima precisione.

Dunque, sia fresco, decongelato o surgelato, come ormai si trova spesso in commercio, consumiamolo!!


“La felicità è desiderare quello che si ha”.
Sant’Agostino

 

LE BIETOLE

Salve a tutti!

Ancora una verdura preziosa per la nostra salute, da portare assolutamente a tavola: la bietola!

La bietola appartiene alla famiglia delle Chenopodiacea, la stessa famiglia degli spinaci, BIETOLEdelle barbabietole e delle rape rosse.

Già i Babilonesi ne apprezzavano le caratteristiche, così come gli Etruschi e  i Romani dopo di loro.

In Italia le tipologie di bietola più consumate sono la Bietola a Costa Bianca e la Bietola erbetta da taglio.

La bietola è probabilmente una delle verdure più apprezzate e consumate in tutto il mondo che, grazie al sapore delicato e all’elevata digeribilità, è molto adatta anche nell’alimentazione dei più piccoli.

La bietola  rientra a tutti gli effetti tra le verdure che la natura ci offre per proteggere la nostra salute; e andiamo a vedere subito il perché.

Cominciamo dall’alto contenuto di Potassio  e il basso contenuto di Sodio, che la rendono una verdura idonea anche a chi soffre di pressione alta.

E’ ormai dimostrato l’effetto antidiabetico, antinfiammatorio, antiossidante e antitumorale di queste verdure.

Le proprietà antidiabetiche delle bietole sono da attribuire a tre sostanze in particolare: saponine, quercitina e flavonoidi (antiossidanti) che, agendo insieme alle fibre presenti, sono in grado di ridurre del 40% i valori glicemici. Perciò, un ampio consumo di queste verdure è assolutamente consigliabile per chi ha la necessità di regolare i livelli di glucosio nel sangue.

Le bietole, però, svolgono anche un’attività antinfiammatoria grazie all’attività dei composti fenolici.

I composti fenolici e flavonoidi sopracitati sono alcuni degli antiossidanti presenti in queste verdure che, oltre a svolgere un’attività antinfiammatoria, proteggono dallo stress ossidativo e dai radicali liberi.

In base a studi condotti di recente, l’apigenina, una tipologia di flavonoidi contenuti nella bietola, ha dimostrato di avere un effetto antitumorale nei confronti del tumore al colon.

Questa verdura è un ortaggio dalle proprietà depurative, disintossicanti e antiossidanti. Ciò  grazie alla presenza di numerose vitamine, tra cui B2, B3 (Niacina),  B9, anche conosciuta come Acido Folico. (In gravidanza, dunque, le bietole garantiscono l’apporto di sostanze importanti per mamma e bambino. Non ripeteremo mai abbastanza quanto sia importante l’assunzione di tale minerale durante la gravidanza, perché aiuta a prevenire i difetti del tubo neurale del feto e favorisce quindi un corretto sviluppo del sistema nervoso nel nascituro). Tra l’altro, l’acido folico contribuisce ad aumentare la capacità di assunzione del ferro, anche esso presente nelle bietole  e in esse particolarmente biodisponibile, ed il suo assorbimento è facilitato dal buon contenuto di vitamina C di questo ortaggio , quindi assumerlo è doppiamente importante per la futura mamma.

Ancora, le bietole sono ricche di vitamina K e di provitamina A (β-carotene): nell’insieme svolgono un importante ruolo di protezione dagli effetti nocivi dei radicali liberi.  Importante è anche la presenza di sostanze vegetali come la luteina, la clorofilla e altri vari carotenoidi. La luteina è un carotenoide molto diffuso in natura, responsabile della colorazione giallo-arancio. Studi condotti su questa sostanza hanno messo in luce le sue proprietà protettive contro la formazione di accumuli di colesterolo plasmatico e contro l’insorgenza di degenerazioni maculari a carico della retina, oltre che di altre forme degenerative più gravi.

Anche la clorofilla presente nelle foglie verdi delle bietole, durante la digestione, viene trasformata in sostanze antiossidanti che svolgono un’importante funzione protettiva contro malattie cronico-degenerative, tra cui quelle neoplastiche.

La pluralità di minerali a rende conferisce a tale verdura proprietà remineralizzanti (utili anche per chi pratica attività sportive)

Queste caratteristiche, unite al basso potere calorico (17 Kcal/100g) e ad un alto valore nutrizionale, la rendono molto indicata nelle diete. Anche perché sono ricche di fibre che, oltre a dare un senso di sazietà, permettono un regolare transito del cibo ed un corretto funzionamento dell’intestino, risultando leggermente lassative. Le fibre sono anche in grado di controllare l’assorbimento degli zuccheri e l’assimilazione dei grassi, per questo sono consigliate non solo a chi segue una dieta dimagrante, ma anche a chi deve tenere sotto controllo il diabete.


“I tre grandi elementi essenziali alla felicità  in questa vita sono qualcosa da fare, qualcosa da amare, e qualcosa da sperare”
Joseph Addison

 

 

 

CIME DI RAPA

Salve  belli!
Desidero cominciare la settimana con un cibo che personalmente adoro, una verdura Cime di rapabuonissima e preziosa: le cime di rapa!

Le cime di rapa sono le infiorescenze della Brassica rapa,  come i cavoli e i cavolfiori, da cui derivano le loro proprietà benefiche.

E’ un ortaggio tipicamente italiano che viene coltivato soprattutto in Puglia, Lazio e Campania (dove prendono il nome di “friarelli”). Mentre al Nord vengono prodotte nel periodo estivo, al Sud invece sono disponibili ininterrottamente da novembre ad aprile: sono ortaggi che amano il freddo, dunque l’inverno è la stagione in cui le cime di rapa sono più buone. Costano tra l’euro al chilo e i due euro – e il prezzo contenuto è sicuramente un aspetto positivo – a seconda delle zone e della qualità, ma bisogna avere l‘accortezza di sceglierle con molti fiori e senza foglie gialle.

Il piatto regionale più famoso da preparare con questo ingrediente sono le orecchiette con le cime di rapa, con diventano in realtà protagoniste di numerose ricette sia di primi che di secondi piatti.

Come molti dei piatti poveri della cucina popolare, le cime di rapa in realtà sono ricche di nutrienti: contengono moltissimo calcio (97 mg), vitamina C (110 mg., il doppio delle arance bionde! Ricordiamo sempre che questa vitamina è molto importante in autunno e in inverno per prevenire influenza e malanni di stagione), vitamina A (225 mcg), vitamina B2 (0,16 mg), fosforo (69 mg), ferro (Per assimilarlo meglio consigliamo di condirle con il succo di limone),  e una quantità considerevole di proteine (2,9 g), il che conferma, ancora una volta, l’attendibilità delle intuizioni dei nostri nonni che le utilizzavano, in passato, come sostituto della carne. Sono ricchissime di antianemica clorofilla, per cui disintossicano l’organismo. L’abbondanza di minerali ci fa consigliare tale verdura in caso di astenia, affaticamento, carenze di minerali e vitamine, bisogno di recuperare le energie.

Il consumo di cime di rapa è consigliato a  tutti ed in particolare alle donne in età fertile e in gravidanza perché i folati che contiene sono fondamentali per il corretto sviluppo del nascituro e per prevenire la spina bifida nel bambino.

E’ molto apprezzata anche grazie al suo basso valore calorico, che è di 22 kcal su 100 g., motivo per cui sono da prediligere in diete dimagranti.

Le cime di rapa, però, si conservano pochissimo e vanno consumate subito, perché anche se conservate in frigorifero hanno comunque durata brevissima. Per mantenerne intatto il colore verde intenso senza perdere preziosi nutrienti, è meglio lessarle in abbondante acqua, scolarle e passarle sotto un getto d’acqua fredda.

L’unico dubbio riguarda il loro contenuto di purine che potrebbe rendere il consumo di cime di rapa inadatto a chi soffre di calcoli renali e di gotta. Per maggiori informazioni da questo punto di vista consultate sempre il vostro medico di fiducia.

In quanto alla preparazione, c’è solo da scegliere: semplicemente lessate per lasciarne intatto per il sapore amarognolo,  “addolcite” raffreddandole, dopo la lessatura, scolandole e passandole sotto un getto di acqua fredda per poi condirle con olio e limone, o ancora saltate in padella con aggiunta di patate, ricotta o quel che più ci aggrada. L’importante è portarle in tavola e gustarle!


“Proprio la cosa più piccola, più sommessa, più lieve, il fruscio di una lucertola, un soffio, un guizzo,  uno sbatter di occhi.  Di poco è fatta la miglior felicità”
Friedrich Nietzsche

 

CALAMARI

Buona domenica!
Oggi un altro suggerimento su cosa portare sulle nostre tavole:  i calamari.Calamari

Il calamaro, Loligo vulgaris, è un mollusco appartenente alla famiglia dei cefalopodi, ha una colorazione rossastra con puntinatura sul dorso e può raggiungere una lunghezza di 30/50 cm. Il calamaro mediterraneo si differenzia dalle altre specie di calamari per le pinne laterali che sono lunghe quasi quanto tutto il corpo del mollusco.

L’origine del suo nome risale al termine kalamos, l’astuccio ed il vasetto di inchiostro in cui un tempo si intingeva il pennino per scrivere. E del resto la similitudine con il calamaio sembra piuttosto azzeccata considerando sia la forma del calamaro sia il liquido di colore nero che secerne e che utilizza per difendersi quando si sente in pericolo.

Da un punto di vista nutrizionale, il calamaro si distingue per il suo alto contenuto di proteine di buona qualità, fornendo così la maggior parte degli amminoacidi essenziali. Inoltre, è a basso contenuto di grassi e calorie ( solo 70 chilocalorie per 100 gr., il che li rende ideali per chi segue un regime alimentare ipocalorico). Sono invece ricchi di omega 3 (un tipo di grassi essenziali per la salute del nostro sistema cardio-circolatorio).

Oltre alla ricchezza di proteine, va evidenziato l’elevato contenuto di sali minerali (sodio, potassio, calcio, fosforo, magnesio) e di vitamine che fanno dei calamari uno straordinario alleato per la nostra salute. Ricordiamo, infatti, che Il potassio e il magnesio contribuiscono a migliorare l’equilibrio del sistema nervoso producendo un’azione distensiva sulla mente e un rilassamento generalizzato per tutti i muscoli, mentre la vitamina B3 contribuisce alla salute del sistema nervoso e alla corretta funzionalità psichica della mente. Per questo motivo, i nutrizionisti consigliano un consumo regolare di calamari per gli studenti ed in generale per gli adolescenti che si trovano nel pieno della loro fase di crescita. Per gli stessi motivi, è  indicato  anche nelle diete dimagranti ( a meno che non vengano preparati fritti o pastellati).

Anche L’elevata digeribilità delle loro carni li rende ideali anche nelle diete iperproteiche, in particolare per gli atleti che possono trarre un’importante fonte di proteine dal loro consumo senza sentirsi appesantiti.

Unico neo: il loro contenuto di colesterolo è piuttosto alto, quindi si consiglia di consumarlo con moderazione, ad esempio uno o due porzioni a settimana.

Come si riconoscono i calamari freschi?

I calamari  già dopo un giorno e mezzo dalla pesca non possono essere più considerati freschi e non andrebbero, quindi, acquistati.

Per riconoscerne la freschezza, basterà osservare alcuni piccoli dettagli. In primo luogo il colore: il calamaro fresco ha un colore intenso e la parte bianca molto lucida e brillante. Evitate di acquistare calamari che presentino un colore tendente al giallo. Anche l’olfatto e il tatto ci vengono in aiuto per determinare la freschezza del calamaro: un calamaro buono e fresco emana il profumo di salsedine e alghe e presenta, al tatto, una muscolatura molto compatta.

Curiosità.

I calamari vengono spesso confusi, specie dai non esperti, con i totani e le seppie. Come fare a distinguerli? Tutti e tre sono dotati di dieci tentacoli La pinna del calamaro ha una forma romboidale, mentre quella del totano è di forma più piccola e triangolare. La seppia invece presenta il famoso osso di seppia, la parte semirigida che contiene al proprio interno i gas che le permettono di galleggiare.


* Mens sana…….. anzi sanissima!! *  

Per unire al piacere di star bene con il corpo, anche il benessere della mente.

Il libro che desidero consigliare oggi è “L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio.L'arminuta
Bellissimo, splendido romanzo! Uno di quelli che ti strappa il cuore, e lo rimette a posto un po’ dolorante ma sicuramente più splendente.
La storia dolorosissima di una bimba “data e restituita”, passata da una famiglia ad un’altrta, asenza un apparente perchè, con tutto il carico di dolore, con il suo vissuto scandito giorno dopo giorno, ora dopo ora, con un linguaggio essenziale ma splendidamente intimo, accuratissimo, da bisturi dell’animo umano. Un bisturi che taglia anche dentro di noi e riporta a galla dolori e passaggi che, se abbiamo scordato, non ci farà male rispolverare. Da regalare e regalarsi!

 

I BROCCOLI

Buongiorno buongiorno!

Oggi desiro parlare di un’altra verdura che dovremmo portare a tavola in questo periodo, perché tipica della stagione invernale: i broccoli.Broccolo

Sia i cavoli che i broccoli erano ben noti fin dai tempi antichi; il cavolo in particolare, era sacro per i Greci ed i Romani che ne facevano uso per curare diverse malattie e addirittura lo consumavano crudo prima dei banchetti per consentire all’organismo di assorbire meglio l’alcool.

Coltivati per lo più in Europa, appartengono alla famiglia delle crocifere.  Ne esistono diverse varietà ma le più note sono due: il cavolo broccolo; il cavolo broccolo ramoso che è simile al cavolfiore e presenta la cima di un colore verde azzurro e i germogli laterali morbidi, di un colore verde scuro, chiamati broccoletti.

Le infiorescenze dei broccoli devono essere compatte, sode, di colore vivo e intenso, senza presentare ammaccature o parti ingiallite. Le foglie devono essere consistenti e fragili al tatto, carnose e rompersi con suono secco. I broccoli vanno conservati in frigorifero e si mantengono per 4 o 5 giorni nello scomparto della frutta e verdura.

I broccoli rappresentano un alimento molto amato perché, oltre al gradevole e gustoso sapore, il broccolo ha pochissime calorie (27 per 100 gr.) e viene quindi spesso consumato nelle diete ipocaloriche e in quelle delle persone colpite dal diabete.

Sono ortaggi ricchi di vitamina C (ne bastano 100 grammi per fare un pieno, pari al 150% della quantità necessaria al nostro organismo), B1 e B2, sali minerali (calcio, ferro, fosforo, potassio); tali vitamine e minerali li rendono molto efficaci nelle situazioni di estremo affaticamento e di carenze vitaminiche e utili nelle situazioni di estremo nervosismo ed eccessiva irritabilità.

Ancora contengono  tiossazolidoni, sostanze che si sono dimostrate particolarmente efficaci nella cura della tiroide. Inoltre contengono sulforafano, una sostanza che previene la crescita di cellule cancerogene. Il sulforafano, insieme agli isotiocianati, esplica azione protettiva soprattutto contro i tumori intestinali, polmonari e del seno. Hanno anche un potere antianemico, emolliente, diuretico e depurativo (combattono la ritenzione idrica e aiutano l’organismo a disintossicarsi), vermifugo.

Poiché sono ricchi di fibre, sono indicati nei casi di stitichezza cronica. Inoltre, gli specialisti consigliano il loro consumo per l’alto potere antiossidante in essi contenuto che aiuta a rafforzare le difese immunitarie e spesso viene suggerito per combattere l’Helicobacter pylori, un batterio molto resistente che colonizza la mucosa gastrica generando fastidiose gastriti ed ulcere.

Ancora, una ricerca condotta dalla Johns Hopkins Medical School e pubblicata sulla rivista American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine sostiene che i broccoli sarebbero un eccellente rimedio contro le affezioni polmonari, asma e problemi respiratori in genere.

Vengono considerati, inoltre, ottimi alimenti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari.

Lo so, siete abituati a buttare le foglie. Ma è un errore, perché le foglie di broccolo sono ricche di vitamina A e C. Così anche buttare l’acqua di cottura è un vero sacrilegio: ricca di nutrienti e vitamine, chiusa in un barattolo e riposta per qualche giorno in frigorifero, può essere ben riutilizzatela come brodo vegetale per risotti, per minestroni e zuppe o, nella peggiore delle ipotesi, come fertilizzante per le piante.

Curiosità
Forse l’unico elemento negativo insito in questi ortaggi è lo sgradevole odore emanato durante la cottura: ciò e dovuto allo zolfo in essi contenuto in discreta quantità. Come evitare l’odore cattivo? Semplicemente spremendo un limone nell’acqua di cottura. Sicuramente la cottura a vapore è quella che meglio di altre è in grado di esaltare il sapore dei broccoli e preservare inalterate tutte le proprietà salutari e nutritive.


“Nella vita è importante avere un amico che sia, a un tempo, specchio e ombra. Lo specchio non mente e l’ombra non si allontana”.
(Fabrizio Caramagna)

 

 

 

PREZZEMOLO

BUONGIORNO!

Oggi non di un frutto parleremo, ma di un’erba molto utilizzata in cucina: il prezzemolo!

Ne parleremo perché, oltre ad essere uno degli aromi più ampiamente utilizzato nella nostra cucina, ha delle immense proprietà nutritive, spesso sconosciute.prezzemolo

Il prezzemolo, appartiene alla famiglia delle Ombrelliferae ed è una pianta coltivata in quasi tutti gli orti, utilizzata in cucina come erba aromatica di cui si consumano le foglie. Ha un aroma molto particolare e si presta ad un utilizzo estremamente vario.

Esistono due varietà di prezzemolo:

  • prezzemolo a foglia riccia, coltivato nei paesi anglosassoni (Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti);
  • prezzemolo a foglia liscia, o comune,  usato in Italia e nei paesi mediterranei.

Anche se il suo effetto immediato e più apprezzabile è quello olfattivo, sono numerose le proprietà nutrizionali contenute all’interno di questa pianta.

Il prezzemolo Particolarmente ricco di vitamina C,  anzi è il vegetale alimentare più ricco di vitamina C: con 20 grammi di prezzemolo si forniscono all’organismo i 3/4 di vitamina C necessaria e 4 volte più vitamina A di quanta ne occorre giornalmente. E conosciamo bene il potere antiossidante della Vit. C! Contiene, inoltre, fra l’altro vitamina B, K (fondamentale nel mantenere i livelli di alcuni fattori della coagulazione), carotenoidi, acido folico, e minerali quali calcio, fosforo, magnesio, ferro, sodio, potassio, rame, manganese.

Per la quantità di minerali posseduti, esso è remineralizzante, antiscorbutico, regolatore del ciclo mestruale (se ben dosato), depurativo (elimina piccoli calcoli renali), stimolante, diuretico (quindi indicato nella gotta, nel reumatismo, negli edemi, nelle ritenzioni urinarie), stomatico  e anti-alitosi (ossia capace di curare le malattie della mucosa orale e, se masticato, combatte l’alito cattivo), e carminativo (aiuta ad espellere i gas intestinali). Il suo consumo è consigliabile come coadiuvante in stati anemici (per via del ferro e dell’acido folico), astenici, e reumatici, antiinfiammatorie (Vit. C).

In quanto al valore calorico, le foglie contengono 20 Kcal per 100 g di prodotto.

Anche per applicazioni esterne ha grande utilità: va bene contro le punture d’insetto, per dare sollievo alle contusioni e al mal di denti; può diventare galattofugo (frena o arresta la portata lattea) ed è indicato contro le contusioni e punture di insetti.

Preferibilmente è da usare a crudo; però può essere essiccato e congelato, ma perde gran parte della sua fragranza e delle sue proprità nutritive.

Curiosità.

E’ facile conservare il prezzemolo reciso: in frigorifero nello scomparto della frutta e verdura. È un ortaggio delicato che si mantiene 1-2 giorni circa. Se i gambi lo permettono, metterli a bagno in un vaso da fiori, dove si manterrà fresco più a lungo.

Ideale la coltivazione della pianta, facile da mantenere sul terrazzo o sul davanzale della finestra, da tagliare all’occorrenza.

E’ importante ricordare che, nonostante tutte queste benefiche proprietà, il prezzemolo dovrebbe essere utilizzato con moderazione nelle donne incinta, in quanto alcuni degli oli essenziali in esso contenuti sono in grado di stimolare le contrazioni uterine e talvolta provocare episodi di aborto, effetti che comunque si manifestano a dosaggi di gran lunga superiori a quelli comunemente utilizzati in cucina.


“Non devi mangiare di meno, devi solo mangiare bene”
(Anonimo)

I CACHI

Buongiorno buongiorno!!

Oggi andiamo a conoscere un altro frutto di stagione tanto amato quanto prezioso: I cachi.Cachi 2

Il cachi, o kaki, in italiano ha anche un altro nome, un po’ meno noto: diòspiro o diòspero. Forse non lo sapevate, ma il cachi è uno degli alberi da frutto coltivati più anticamente dall’uomo.

La sua terra d’origine è la Cina centro-meridionale. I cinesi hanno chiamato il cachi L’Albero delle sette virtù (mentre il frutto è conosciuto come Loto) perché fa molta ombra, è una fonte di buona legna da ardere, il suo fogliame concima in abbondanza il terreno, non viene attaccato dai parassiti, le sue foglie hanno fantastici colori decorativi, è molto longevo e offre agli uccelli ampio spazio sui rami per nidificare.

I cachi sono frutti piuttosto calorici ed energetici: 100 grammi di cachi apportano circa 65 calorie. Sono composti essenzialmente da acqua e zuccheri, a cui si aggiungono piccole quantità di proteine e di grassi. È il loro contenuto di zuccheri naturali a dare una sferzata di energia al nostro corpo quando ha bisogno di ricaricarsi.

La loro ricchezza d’acqua li rende un frutto utile a reidratare l’organismo e nello stesso tempo a stimolare la diuresi. Una caratteristica molto utile per chi desidera scegliere un’alimentazione ricca di cibi che lo aiutino a depurarsi. Oltre che diuretiche, possiedono anche proprietà lassative, in quanto  sono frutti ricchi di fibre che contribuiscono a migliorare la regolarità intestinale; ciò a patto, però, che lo si mangi quando è maturo. Le fibre sono utili anche per aiutare il nostro organismo a liberarsi dalle tossine.

Fonte di vitamine. I cachi sono una fonte di vitamine, con particolare riferimento alla vitamina C, che contribuisce a rafforzare il nostro organismo e il sistema immunitario per affrontare e prevenire i tipici malanni di stagione.

Non dimentichiamo che i cachi sono anche un frutto ricco di antiossidanti (che, lo ricordiamo, sono in grado di svolgere un’azione preventiva nei confronti dei tumori). Infatti contengono vitamina A, betacarotene, licopene, luteina e zeaxantina, un insieme di sostanze molto importanti per proteggere la pelle, la vista e tutto l’organismo (depurando anche il fegato) dall’azione dei radicali liberi e dall’invecchiamento precoce.

Per via dei minerali di cui sopra,  sono un frutto utile per provare a contrastare la tipica stanchezza autunnale dato che ci aiutano a ritrovare energia in modo naturale. Il momento ideale per consumare i cachi è la colazione, sia per iniziare la giornata con più sprint che per riavviare fin da subito le funzionalità intestinali.

Avvertenze

Di solito il consumo dei cachi viene sconsigliato ai diabetici, a chi è a dieta o in sovrappeso, perché questi frutti sono un po’ più calorici e ricchi di zuccheri di altri. I cachi in generale – soprattutto per chi non ha particolari problemi di salute – si possono consumare senza problemi all’interno di una dieta ricca di alimenti naturali e sono di certo più salutari e anche meno calorici rispetto alle merendine o ad altri snack confezionati che alcune persone sono solite scegliere come spezzafame rispetto alla frutta.  Per gli stessi motivi, sono raccomandati soprattutto in caso di inappetenza  e per chi pratica sport regolarmente.

In ogni caso, chi ha problemi di salute particolari potrà chiedere maggiori informazioni sui cachi al proprio medico di fiducia.

E allora approfittiamone quando in autunno sono di stagione e utilizziamo  i cachi ben maturi  per poter godere al meglio di tutto il loro contenuto di vitamine e sali minerali


“La felicità non è nient’altro che essere in salute e avere poca memoria.”

Albert Schweitzer

FICHI D’INDIA

La pianta spinosa dei fichi d’india è una pianta che cresce spontaneamente nelle zone calde, soprattutto in Calabria e in Sicilia, sebbene sia originaria del Messico, dove è chiamato Nopalli, tanto che la sua figura fa parte integrante dello stemma della Repubblica messicana.

Fichi d'india

Si tratta di una pianta perenne, che riesce facilmente a moltiplicarsi sotterrando le sue pale in qualsiasi terreno privo di ristagno d’acqua: il fico d’India attecchisce così anche in terreni non adatti alle colture e senza troppi interventi da parte dell’uomo.

Un tempo, il fico d’India, e in particolare i suoi frutti e le sue bucce, veniva dato in pasto ai maiali ed ai bovini, poi invece si sono scoperte le sue qualità per la nostra salute e i tanti benefici che derivano dal suo consumo

Ma veniamo alle innumerevoli proprietà di questo ottimo alimento.

Contengono molta acqua. Mangiare un fico d’India significa innanzitutto bere tanta acqua, di cui abbiamo bisogno per una corretta idratazione. Infatti, un etto di questo frutto contiene 53 calorie e una quantità di acqua pari all’83 per cento del prodotto.

Grazie alla tanta acqua che contiene, il fico d’India è dissetante e depurativo. E molti medici lo consigliano per espellere i calcoli.

Aumentano il senso di sazietà. Grazie al loro elevato contenuto di fibre solubili, questi frutti riescono a donare un senso di sazietà utile a chi è a dieta. Inoltre, le fibre assunte rallentano l’assorbimento degli zuccheri  a fine pasto, facendoci sentire sazi più a lungo e limitando la fastidiosa abitudine di sgranocchiare snack durante il corso della giornata.

Regolarizzano l’intestino.  È sempre l’elevato contenuto di fibre presenti nei fichi d’india che rende questo frutto un ottimo alleato per regolarizzare l’attività intestinale. Senza irritare le mucose, rigenerano la flora batterica e riducono il rischio di emorroidi.

Anche per questo sono particolarmente indicati per chi è a dieta o per chi ha bisogno di disintossicare il proprio organismo: aiutando l’intestino, si aiuta il corpo a eliminare più facilmente scorie e tossine.

Controllano l’indice glicemico.  Due particolari tipi di fibra alimentari, la pectina e lo xilosio, contenuti nei fichi d’India, riducono l’assorbimento di zuccheri e grassi durante i pasti, non solo favorendo il dimagrimento dell’organismo, ma divenendo un utile alleato per tutte quelle persone che soffrono di diabete mellito. Effetti positivi hanno anche nell’abbassare gli indici di colesterolo.

Sono potenti antiossidanti.  La polpa dei fichi d’india ha un forte potere antiossidante, grazie al suo elevato contenuto di polifenoli.

 Fungono da cibo antistress.  I fichi d’india contengono una buona dose di minerali come il potassio e il magnesio, grandi alleati proprio contro lo stress, nonché contro l’osteoporosi.

Contengono inoltre calcio e ferro, vitamina C (protegge i capillari e previene tumori,  e svolge una eccellente azione di protezione dei capillari ), vit. A (o anche detta beto-carotene, che invece protegge dall’insorgenza di nuovi tumori),  vitamine del gruppo B, e in particolare la B1 e la B2 (protegge le cellule nervose) e tiamina. Questi elementi sono essenziali per coloro che risentono molto di fatica e stress e riattivano l’equilibrio neuro-muscolare.

Curano la tosse. In commercio esistono perfino sciroppi a base di fichi d’India. Come mai? Per il semplice motivo che in questi frutti non mancano flavonoidi, la cui attività è un rimedio naturale contro la tosse.

Attenzione ai semi. Più che un beneficio diretto, qui c’è un rischio che bisogna tenere conto, per evitarlo, quando mangiamo i fichi d’India. Contengono, infatti, molti semi di consistenza lignea, non sempre facili da digerire, al punto che possono disturbare le funzioni intestinali e alterare la flora batterica

La cosa più bella? Che hanno un basso apporto calorico, sono buoni e ci fanno stare bene!

 


* Mens sana…….. anzi sanissima!! *                                                                                     Per unire al piacere di star bene con il corpo, anche il benessere della mente.

Il treno dei bambini

Il treno dei bambini” di Viola Ardone. La storia vera dei bambini – di uno in particolare – che, al termine della guerra, vengono mandati in famiglie del centro e del nord Italia, famiglie comuniste, sulle quali gravavano tabù che ben conosciamo e che si rivelarono fandonie, le quali si offrivano per adozioni temporanee – ma talvolta definitive – per bambini che grazie ad esse hanno potuto vivere una vita differente,realizzando un riscatto netto rispetto alla propria situazione iniziale.
Bello anche il linguaggio, lineare, dicorsivo e intimo, che conduce facilmente con sè e non lascia tempo a soste o pause.
Toccante.

 

 

 

CASTAGNE

 Ecco un altro frutto tipicamente autunnale: la castagna!Castagne

La castagna prende il suo nome da quello di un’antica città della Tessaglia, regione settentrionale della Grecia, che sorgeva al centro di estesi castagneti.  

In passato le castagne erano considerate un dono preziosissimo della natura perché potevano sfamare negli inverni più rigidi, si conservavano a lungo, si prestavano a moltissime ricette e addirittura venivano usate come moneta di scambio. I boschi venivano tenuti puliti proprio in attesa della loro caduta, e la raccolta era uno dei momenti più vivaci e allegri delle comunità montane.

Simili alle castagne, ma più pregiati, i marroni vantano dimensioni superiori. Le castagne sono di dimensioni inferiori, Nel caso il riccio contenga un’unica castagna si parla di marroni, quando se ne hanno tre si parla di castagne.

All’acquisto, la buccia deve presentarsi integra e lucida, senza spaccature. Al tatto una castagna fresca appare soda ed il suo guscio non cede se premuto con le dita.

Frutto sano e nutriente, è stata in passato un alimento essenziale del popolo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “pane dei poveri”. Senofonte,  vissuto tra il 430 ed il 355 a.C, definì il maestoso castagno (pianta che può raggiungere i trenta metri d’altezza) albero del pane. Tale frutto infatti, contiene un’elevata quantità di carboidrati. Un errore perciò è quello di consumare le castagne nei momenti di pausa, o al termine di altri pasti a base di carboidrati (pasta e pane). Teniamo presente che un etto di castagne è l’equivalente di un piatto di pastasciutta.

Le loro proprietà nutrizionali sono eccezionali: sono ricche di sali minerali (soprattutto potassio, fosforo, zolfo, magnesio, calcio, ferro), oligoelementi e vitamine (C, B1, B2 e PP). Queste caratteristiche, unite all’ottima digeribilità, rendono la castagna un alimento ideale anche per gli sportivi.

I loro zuccheri complessi (i carboidrati) sono più digeribili di quelli dei cereali: durante la cottura buona parte dell’amido si riduce in zuccheri semplici, conferendo alle castagne il tipico sapore dolciastro e rendendole controindicate a chi soffre di diabete. Infine, le castagne vanno benissimo per i bambini piccoli perché sono più digeribili dei carboidrati dei cereali, purché si facciano cuocere a lungo.
Diverse persone sostengono di non poterle mangiare perché gonfiano la pancia e irritano l’intestino. Questo è vero perché vengono sempre consumate nei momenti sbagliati, a merenda oppure a fine pasto.  Così facendo, le castagne facilmente fermenteranno nello stomaco dando origine a gas e gonfiori.

Ancora, le castagne sono energetiche, combattono le affezioni epatobiliari e intestinali, le malattie renali, le affezioni alle ossa, le alterazioni nervose e muscolari, sono lassative, antisettiche (i gargarismi realizzati con l’infuso di foglie sono un ottimo rimedio contro infiammazioni di gola e bocca)  e aiutano il sistema circolatorio.

Persino l’acqua di bollitura delle castagne costituisce un ottimo fertilizzante per le piante.

Oltre che fresche, secche, o ancora arrosto ( che però sono meno digeribili a causa delle imperfezioni nella cottura), le castagne vengono spesso ridotte in farina, e si prestano per infinite preparazioni culinarie (castagnaccio, gnocchi, polenta, frittelle, torte, ecc.)

Curiosità:

Ostica risulta l’eliminazione della buccia: per facilitare tale operazione le castagne devono passare da un ambiente refrigerato a quello bollente della cottura, per poi essere nuovamente raffreddate con acqua fredda a preparazione ultimata. Se sottoposte a tale trattamento perdono facilmente anche la pellicina di rivestimento.

Consiglio di bellezza:

Bollite una decina di castagne poi frullatele al mixer aggiungendovi un cucchiaio di miele e un cucchiaino di succo di limone. Applicate il tutto sulle mani e lasciate in posa per una decina di minuti. Il risultato? Mani morbidissime!

Per schiarire le macchie cutanee
Fate cuocere le castagne in acqua bollente sino a che diventino morbide. Schiacciatele con una forchetta, amalgamate con il succo di limone e applicate sulla pelle per una ventina di minuti.

 


«Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.» Gianni Rodari

 

MELOGRANO


Un altro frutto di stagione: il melograno!

Il melograno è il nome di una pianta arborea molto frequentemente chiamato  melagrana.melograno

Gli alberi di melograno sono originari della zona compresa tra il medio oriente e il sub continente indiano. Non hanno esclusivamente funzione di piante da frutto e vengono largamente impiegati anche a scopo ornamentale. In tali zone, ma anche in numerose altre  culture antiche – greche, ebraiche, cristiane e babilonesi – attirate dal particolarissimo frutto, lo reputavano un vero e proprio miracolo.

Tale frutto è uno scrigno di sostanze, tanto che gli sono state recentemente attribuite proprietà antiossidanti lo rendono un buon alleato contro lo stress ossidativo e nella terapia nutrizionale per migliorare la colesterolemia.  Apportano una quantità medio bassa di energia, ovvero 52-60 kcal per 100 grammi di prodotto. Sono ricchi d’acqua (80 % del peso) mentre la restante parte (20 %) è ripartita tra zuccheri (13 %), proteine (1 %) e lipidi (0,5-1 %), fibre (3-4 %). Ricordiamo che le fibre contribuiscono a prevenire e curare la stipsi, oltre a  ridurre l’assorbimento intestinale dei grassi e degli zuccheri, e a migliorare il senso di pienezza gastrica.   E non smettiamo di ribadire che la stitichezza è correlata ad un maggior rischio di insorgenza di emorroidi, ragadi anali, prolasso anale, diverticolosi, tumore all’intestino crasso.

Il melograno è inoltre fonte di minerali, tra cui soprattutto il potassio (250 mg / 100 g di parte edibile). E anche qui,  è fondamentale sottolineare come il potassio abbia un forte potere alcalinizzante dell’attività muscolare, e capacità modulatorie della pressione arteriosa: perciò il melagrano è consigliato per chi perde molti liquidi, soprattutto se esercita attività fisica o per gli anziani, spesso disidratati.

Il melagrano si mangia prevalentemente crudo. Essendo impegnativo da sbucciare, molti preferiscono berne il liquido estratto dalla polpa, fresco o conservato. Sgranato o centrifugato, facciamone allora il pieno!!


Il cibo che mangi può essere o la più sana e potente forma di medicina o la più lenta forma di veleno.
(Ann Wigmore)

 

LA ZUCCA

zucca 1

LA ZUCCA

Utilizzata non solo in cucina, ma anche in cosmesi e in medicina, la zucca viene persino usata come contenitore e come utensile.
Il termine zucca deriva da “cocutia” (testa), poi trasformato in “cocuzza“, “cozuccae” e, infine, zucca. È originaria dell’America Centrale e i semi più antichi, ritrovati in Messico, risalgono al 7000-6000 a.C. Nel nord America la zucca rappresentava un alimento “base” della dieta degli Indiani e infatti i primi coloni impararono da loro a coltivarla. Insieme alla patata e al pomodoro, è stato uno dei primi ortaggi esportati dopo la scoperta dell’America.
La zucca appartiene alla grande famiglia delle Cucurbitacee, molto ricca di varietà, sia per quanto riguarda la forma, che per il colore. In Italia, le varietà di zucche più coltivate sono la Marina di Chioggia, molto diffusa nel Nord, e la Lunga di Napoli.

Esistono zucche di tutte le dimensioni, le forme e i colori. Alcune sono vere opere d’arte. Ma la zucca non è solo bella a vedersi, è una preziosa alleata per la nostra salute.

La zucca è in grado di “riempire” un intero menù, dall’antipasto (tortini di zucca), al primo piatto, (i famosi tortelli di zucca) al contorno (è molto indicata ad esempio per accompagnare la carne di maiale), fino al dolce, dove viene utilizzata per la “tipica” torta americana molto nota con il nome di “pumpkin pie”; mentre il tipo lungo è più indicato per i minestroni di verdure.

Il modo più “classico” per gustarla è di tagliarla a fette abbastanza spesse e sbollentarla nel forno al naturale, per poi condirla con una noce di burro e un po’ di sale.

E’ adatta per i bambini come per gli adulti e per gli anziani
La zucca è particolarmente ricca di vitamina A e C di minerali quali il potassio, il calcio, il fosforo, e betacarotene, (come ogni ortaggio giallo-arancione). La sua polpa è ipocalorica, con 15 calorie ogni 100 grammi, e una bassissima percentuale di zuccheri semplici.

La proprietà principale della zucca risiede nell’altissimo contenuto di vitamina A, un importante antiossidante. Ma la zucca è anche nutritiva, rinfrescante, lassativa e diuretica, utile per chi soffre di astenia, infiammazioni urinarie, insufficienza renale, dispepsie e disturbi intestinali. Aiuta a prevenire le rughe, distende la pelle (ottima da utilizzare, quindi, anche come maschera fai-da-te), combatte i radicali liberi e, grazie alla presenza di fibre, aiuta nella regolazione delle funzioni intestinali. La polpa e il succo della zucca spesso vengono utilizzati come diuretici e gli specialisti consigliano di bere un bicchiere di succo la mattina a digiuno.

Anche i semi hanno al loro importanza: essi hanno una funzione medicamentosa, infatti sono molto indicati per combattere la tenia echinococco (verme solitario). Questa proprietà deriva dalla cucurbitina (un amminoacido) che “paralizza” letteralmente il verme e ne provoca il distacco dalla parete intestinale. L’uso dei semi come vermifugo è da tempo conosciuto, generalmente ben tollerato e privo di controindicazioni.

Come si sceglie una buona zucca?
La zucca viene seminata in primavera e arriva a maturazione in agosto. Al momento dell’acquisto è importante che il prodotto sia fresco, ben maturo e sodo. Basta “colpirla” con le nocche della mano e verificare che emetta un suono sordo. Inoltre, il picciolo, inoltre, deve essere morbido e ben “attaccato” alla zucca e la buccia deve essere pulita e senza ammaccature. Visto che, generalmente le sue dimensioni sono enormi, la zucca viene venduta a tranci o fette, ma occorre tener presente che la buccia e semi rappresentano uno scarto del 30-35%. Specialmente nel caso in cui venga acquistata a fette, occorrerà verificare bene che la parte tagliata ed esposta all’aria non sia eccessivamente asciutta.

Come conservare le zucche
Acquistata una zucca intera, la si può conservare per tutto l’inverno, in un ambiente buio, fresco e asciutto. Secondo la tradizione, le zucche andrebbero mangiate entro carnevale. I pezzi di zucca cruda, si conservano invece nel frigorifero, generalmente nello scomparto delle verdure, avvolti nella carta trasparente: in questo caso però, vanno consumate entro alcuni giorni poiché facilmente “si disidratano”. Se invece la si vuole conservare nel congelatore, si dovrà limare la buccia, tagliare la zucca a dadini e “sbollentarla” un po’, prima di congelarla.

Una piccola curiosità fino agli anni ‘60, anche nelle nostre valli, le zucche svuotate della loro polpa erano utilizzate, dai contadini, come contenitori per conservare il vino e come contenitore per portare in giro l’acqua. Mentre gli avanzi erano usati per sfamare gli animali.

E allora, dal momento che l’autuno è il periodo delle zucche, diamoci dentro!!


«In un periodo di inganno universale, dire la verità è un atto sovversivo.» George Orwell

 

 

 

 

 

Questo NON è un blog di cucina!

Salve bella gente! Questo non è un blog di cucina e di ricette: ciascuno cucini quel che vuole e come vuole!

Questo blog nasce dalla mia sfrenata passione per il potere nutritivo del cibo, per l’immenso potenziale che esso conserva in sé e che troppo spesso disconosciamo. Cerchiamo, specialmente noi donne, vitamine, sostanze protettive, ricostruttive, emollienti e quant’altro in creme di bellezza miracolose; energetiche e corroboranti per il corpo in pillole ed integratori, ma forse non sappiamo che la prima fonte dispensatrice di sostanze vitali è il cibo: vario, abbondante, saporito, multicolore, profumato!
Ecco, questo è l’intento del mio blog: far conoscere e apprezzare la meravigliosa ricchezza e l’infinita varietà di doni che ogni cibo ha in serbo per noi. Uno per uno.

Art. 0

 

Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro per dare l’esempio” Jacques Prevert