CASTAGNE

 Ecco un altro frutto tipicamente autunnale: la castagna!Castagne

La castagna prende il suo nome da quello di un’antica città della Tessaglia, regione settentrionale della Grecia, che sorgeva al centro di estesi castagneti.  

In passato le castagne erano considerate un dono preziosissimo della natura perché potevano sfamare negli inverni più rigidi, si conservavano a lungo, si prestavano a moltissime ricette e addirittura venivano usate come moneta di scambio. I boschi venivano tenuti puliti proprio in attesa della loro caduta, e la raccolta era uno dei momenti più vivaci e allegri delle comunità montane.

Simili alle castagne, ma più pregiati, i marroni vantano dimensioni superiori. Le castagne sono di dimensioni inferiori, Nel caso il riccio contenga un’unica castagna si parla di marroni, quando se ne hanno tre si parla di castagne.

All’acquisto, la buccia deve presentarsi integra e lucida, senza spaccature. Al tatto una castagna fresca appare soda ed il suo guscio non cede se premuto con le dita.

Frutto sano e nutriente, è stata in passato un alimento essenziale del popolo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “pane dei poveri”. Senofonte,  vissuto tra il 430 ed il 355 a.C, definì il maestoso castagno (pianta che può raggiungere i trenta metri d’altezza) albero del pane. Tale frutto infatti, contiene un’elevata quantità di carboidrati. Un errore perciò è quello di consumare le castagne nei momenti di pausa, o al termine di altri pasti a base di carboidrati (pasta e pane). Teniamo presente che un etto di castagne è l’equivalente di un piatto di pastasciutta.

Le loro proprietà nutrizionali sono eccezionali: sono ricche di sali minerali (soprattutto potassio, fosforo, zolfo, magnesio, calcio, ferro), oligoelementi e vitamine (C, B1, B2 e PP). Queste caratteristiche, unite all’ottima digeribilità, rendono la castagna un alimento ideale anche per gli sportivi.

I loro zuccheri complessi (i carboidrati) sono più digeribili di quelli dei cereali: durante la cottura buona parte dell’amido si riduce in zuccheri semplici, conferendo alle castagne il tipico sapore dolciastro e rendendole controindicate a chi soffre di diabete. Infine, le castagne vanno benissimo per i bambini piccoli perché sono più digeribili dei carboidrati dei cereali, purché si facciano cuocere a lungo.
Diverse persone sostengono di non poterle mangiare perché gonfiano la pancia e irritano l’intestino. Questo è vero perché vengono sempre consumate nei momenti sbagliati, a merenda oppure a fine pasto.  Così facendo, le castagne facilmente fermenteranno nello stomaco dando origine a gas e gonfiori.

Ancora, le castagne sono energetiche, combattono le affezioni epatobiliari e intestinali, le malattie renali, le affezioni alle ossa, le alterazioni nervose e muscolari, sono lassative, antisettiche (i gargarismi realizzati con l’infuso di foglie sono un ottimo rimedio contro infiammazioni di gola e bocca)  e aiutano il sistema circolatorio.

Persino l’acqua di bollitura delle castagne costituisce un ottimo fertilizzante per le piante.

Oltre che fresche, secche, o ancora arrosto ( che però sono meno digeribili a causa delle imperfezioni nella cottura), le castagne vengono spesso ridotte in farina, e si prestano per infinite preparazioni culinarie (castagnaccio, gnocchi, polenta, frittelle, torte, ecc.)

Curiosità:

Ostica risulta l’eliminazione della buccia: per facilitare tale operazione le castagne devono passare da un ambiente refrigerato a quello bollente della cottura, per poi essere nuovamente raffreddate con acqua fredda a preparazione ultimata. Se sottoposte a tale trattamento perdono facilmente anche la pellicina di rivestimento.

Consiglio di bellezza:

Bollite una decina di castagne poi frullatele al mixer aggiungendovi un cucchiaio di miele e un cucchiaino di succo di limone. Applicate il tutto sulle mani e lasciate in posa per una decina di minuti. Il risultato? Mani morbidissime!

Per schiarire le macchie cutanee
Fate cuocere le castagne in acqua bollente sino a che diventino morbide. Schiacciatele con una forchetta, amalgamate con il succo di limone e applicate sulla pelle per una ventina di minuti.

 


«Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.» Gianni Rodari

 

MELOGRANO


Un altro frutto di stagione: il melograno!

Il melograno è il nome di una pianta arborea molto frequentemente chiamato  melagrana.melograno

Gli alberi di melograno sono originari della zona compresa tra il medio oriente e il sub continente indiano. Non hanno esclusivamente funzione di piante da frutto e vengono largamente impiegati anche a scopo ornamentale. In tali zone, ma anche in numerose altre  culture antiche – greche, ebraiche, cristiane e babilonesi – attirate dal particolarissimo frutto, lo reputavano un vero e proprio miracolo.

Tale frutto è uno scrigno di sostanze, tanto che gli sono state recentemente attribuite proprietà antiossidanti lo rendono un buon alleato contro lo stress ossidativo e nella terapia nutrizionale per migliorare la colesterolemia.  Apportano una quantità medio bassa di energia, ovvero 52-60 kcal per 100 grammi di prodotto. Sono ricchi d’acqua (80 % del peso) mentre la restante parte (20 %) è ripartita tra zuccheri (13 %), proteine (1 %) e lipidi (0,5-1 %), fibre (3-4 %). Ricordiamo che le fibre contribuiscono a prevenire e curare la stipsi, oltre a  ridurre l’assorbimento intestinale dei grassi e degli zuccheri, e a migliorare il senso di pienezza gastrica.   E non smettiamo di ribadire che la stitichezza è correlata ad un maggior rischio di insorgenza di emorroidi, ragadi anali, prolasso anale, diverticolosi, tumore all’intestino crasso.

Il melograno è inoltre fonte di minerali, tra cui soprattutto il potassio (250 mg / 100 g di parte edibile). E anche qui,  è fondamentale sottolineare come il potassio abbia un forte potere alcalinizzante dell’attività muscolare, e capacità modulatorie della pressione arteriosa: perciò il melagrano è consigliato per chi perde molti liquidi, soprattutto se esercita attività fisica o per gli anziani, spesso disidratati.

Il melagrano si mangia prevalentemente crudo. Essendo impegnativo da sbucciare, molti preferiscono berne il liquido estratto dalla polpa, fresco o conservato. Sgranato o centrifugato, facciamone allora il pieno!!


Il cibo che mangi può essere o la più sana e potente forma di medicina o la più lenta forma di veleno.
(Ann Wigmore)

 

LA ZUCCA

zucca 1

LA ZUCCA

Utilizzata non solo in cucina, ma anche in cosmesi e in medicina, la zucca viene persino usata come contenitore e come utensile.
Il termine zucca deriva da “cocutia” (testa), poi trasformato in “cocuzza“, “cozuccae” e, infine, zucca. È originaria dell’America Centrale e i semi più antichi, ritrovati in Messico, risalgono al 7000-6000 a.C. Nel nord America la zucca rappresentava un alimento “base” della dieta degli Indiani e infatti i primi coloni impararono da loro a coltivarla. Insieme alla patata e al pomodoro, è stato uno dei primi ortaggi esportati dopo la scoperta dell’America.
La zucca appartiene alla grande famiglia delle Cucurbitacee, molto ricca di varietà, sia per quanto riguarda la forma, che per il colore. In Italia, le varietà di zucche più coltivate sono la Marina di Chioggia, molto diffusa nel Nord, e la Lunga di Napoli.

Esistono zucche di tutte le dimensioni, le forme e i colori. Alcune sono vere opere d’arte. Ma la zucca non è solo bella a vedersi, è una preziosa alleata per la nostra salute.

La zucca è in grado di “riempire” un intero menù, dall’antipasto (tortini di zucca), al primo piatto, (i famosi tortelli di zucca) al contorno (è molto indicata ad esempio per accompagnare la carne di maiale), fino al dolce, dove viene utilizzata per la “tipica” torta americana molto nota con il nome di “pumpkin pie”; mentre il tipo lungo è più indicato per i minestroni di verdure.

Il modo più “classico” per gustarla è di tagliarla a fette abbastanza spesse e sbollentarla nel forno al naturale, per poi condirla con una noce di burro e un po’ di sale.

E’ adatta per i bambini come per gli adulti e per gli anziani
La zucca è particolarmente ricca di vitamina A e C di minerali quali il potassio, il calcio, il fosforo, e betacarotene, (come ogni ortaggio giallo-arancione). La sua polpa è ipocalorica, con 15 calorie ogni 100 grammi, e una bassissima percentuale di zuccheri semplici.

La proprietà principale della zucca risiede nell’altissimo contenuto di vitamina A, un importante antiossidante. Ma la zucca è anche nutritiva, rinfrescante, lassativa e diuretica, utile per chi soffre di astenia, infiammazioni urinarie, insufficienza renale, dispepsie e disturbi intestinali. Aiuta a prevenire le rughe, distende la pelle (ottima da utilizzare, quindi, anche come maschera fai-da-te), combatte i radicali liberi e, grazie alla presenza di fibre, aiuta nella regolazione delle funzioni intestinali. La polpa e il succo della zucca spesso vengono utilizzati come diuretici e gli specialisti consigliano di bere un bicchiere di succo la mattina a digiuno.

Anche i semi hanno al loro importanza: essi hanno una funzione medicamentosa, infatti sono molto indicati per combattere la tenia echinococco (verme solitario). Questa proprietà deriva dalla cucurbitina (un amminoacido) che “paralizza” letteralmente il verme e ne provoca il distacco dalla parete intestinale. L’uso dei semi come vermifugo è da tempo conosciuto, generalmente ben tollerato e privo di controindicazioni.

Come si sceglie una buona zucca?
La zucca viene seminata in primavera e arriva a maturazione in agosto. Al momento dell’acquisto è importante che il prodotto sia fresco, ben maturo e sodo. Basta “colpirla” con le nocche della mano e verificare che emetta un suono sordo. Inoltre, il picciolo, inoltre, deve essere morbido e ben “attaccato” alla zucca e la buccia deve essere pulita e senza ammaccature. Visto che, generalmente le sue dimensioni sono enormi, la zucca viene venduta a tranci o fette, ma occorre tener presente che la buccia e semi rappresentano uno scarto del 30-35%. Specialmente nel caso in cui venga acquistata a fette, occorrerà verificare bene che la parte tagliata ed esposta all’aria non sia eccessivamente asciutta.

Come conservare le zucche
Acquistata una zucca intera, la si può conservare per tutto l’inverno, in un ambiente buio, fresco e asciutto. Secondo la tradizione, le zucche andrebbero mangiate entro carnevale. I pezzi di zucca cruda, si conservano invece nel frigorifero, generalmente nello scomparto delle verdure, avvolti nella carta trasparente: in questo caso però, vanno consumate entro alcuni giorni poiché facilmente “si disidratano”. Se invece la si vuole conservare nel congelatore, si dovrà limare la buccia, tagliare la zucca a dadini e “sbollentarla” un po’, prima di congelarla.

Una piccola curiosità fino agli anni ‘60, anche nelle nostre valli, le zucche svuotate della loro polpa erano utilizzate, dai contadini, come contenitori per conservare il vino e come contenitore per portare in giro l’acqua. Mentre gli avanzi erano usati per sfamare gli animali.

E allora, dal momento che l’autuno è il periodo delle zucche, diamoci dentro!!


«In un periodo di inganno universale, dire la verità è un atto sovversivo.» George Orwell

 

 

 

 

 

Questo NON è un blog di cucina!

Salve bella gente! Questo non è un blog di cucina e di ricette: ciascuno cucini quel che vuole e come vuole!

Questo blog nasce dalla mia sfrenata passione per il potere nutritivo del cibo, per l’immenso potenziale che esso conserva in sé e che troppo spesso disconosciamo. Cerchiamo, specialmente noi donne, vitamine, sostanze protettive, ricostruttive, emollienti e quant’altro in creme di bellezza miracolose; energetiche e corroboranti per il corpo in pillole ed integratori, ma forse non sappiamo che la prima fonte dispensatrice di sostanze vitali è il cibo: vario, abbondante, saporito, multicolore, profumato!
Ecco, questo è l’intento del mio blog: far conoscere e apprezzare la meravigliosa ricchezza e l’infinita varietà di doni che ogni cibo ha in serbo per noi. Uno per uno.

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Bisognerebbe tentare di essere felici, non fosse altro per dare l’esempio” Jacques Prevert